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Foto di A_Different_Perspective da Pixabay

Ammonta a circa  55.212 tonnellate la quantità di oli esausti raccolti nel 2018 nella zona nord ovest dell’Italia. Di queste, il 99%  sono state avviate a riciclo tramite rigenerazione, con un significativo risparmio in termini di importazioni di petrolio. E’ il quadro emerso nel corso di un workshop organizzato da Conou, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati in collaborazione con Utilitalia. Un evento ospitato nell’impianto di rigenerazione di Itelyum nell’ambito del progetto CircOILeconomy, il roadshow ideato dal Conou per supportare le aziende che detengono oli lubrificanti usati nell’adempimento degli obblighi previsti dalla normativa.

I principali settori di provenienza dell’olio esausto

Nello specifico dalla mattinata è emerso come i tre i principali settori di provenienza dell’olio usato raccolto siano l’autotrazione, con 30.520 tonnellate (pari al 23,5% del totale nazionale)il settore industriale, con 23.177 tonnellate (corrispondenti al 37% del totale nazionale) e l’agricoltura (1.245 tonnellate, il 46% del totale nazionale). 

“Una filiera coesa”

Grazie ad un’attività da sempre improntata all’efficienza e all’innovazioneoggi il Conou rappresenta un esempio di economia circolare che vorrei definire ‘compiuta’ – sottolinea in una nota il vicepresidente del Conou, Riccardo Piunti, – Siamo giunti ai risultati illustrati oggi anche, e soprattutto, grazie ad una filiera coesa e focalizzata su un obiettivo preciso: ottimizzare i processi di raccolta e avvio a rigenerazione degli oli lubrificanti usati, ovunque essi vengano prodotti. Ovviamente, in questo quadro è risultato fondamentale aprirci, essere aperti al dialogo e al confronto costante anche con le categorie di produttori di olio usato più rilevanti per la quantità e, soprattutto, alla qualità, quali, ad esempio e le aziende municipalizzate aderenti a Utilitalia, cui fanno capo grandi flotte di mezzi. È stato decisivo svolgere questo dialogo oggi proprio qui, avendo l’opportunità di visitare una raffineria come quella di Lodi, di grande complessità impiantistica e tecnologica, con livelli di prestazioni di assoluta leadership in Europa. Il mondo dei rifiuti oggi in Italia ha “fame” di impianti di rigenerazione, per fortuna noi “dell’olio minerale usato” possiamo vantare strutture come queste che ci consentono una rigenerazione di qualità.”

 “La certificazione ambientale, un valore aggiunto”

“Dalla fase di raccolta, il percorso virtuoso della filiera Conou – spiega in nota Marco Codognola, amministratore delegato Itelyum – si chiude non solo con la rigenerazione dell’olio usato, ma con un ulteriore valore aggiunto: la certificazione ambientale di prodotto ottenuta dalle basi rigenerate. All’interno dell’impianto Itelyum di Pieve Fissiraga, l’altissima qualità tecnologica e gestionale consente di ottenere basi rigenerate performanti e sostenibili, utilizzate dalle più importanti industrie di lubrificazione al mondo nelle diverse applicazioni dei settori automotive e industriale. Un modello ‘made in Italy’ di economia circolare perfetta”.

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