Firmato il decreto per la riconversione delle aziende produttrici di plastica monouso

“L’obiettivo è promuovere un’economia circolare reale”, ha dichiarato la viceministra Gava

Il Ministro dell’Ambiente ha firmato in data 13 marzo il decreto volto a incentivare le imprese produttrici di articoli in plastica monouso verso la produzione di soluzioni alternative.

Plastica monouso
Foto di Volodymyr Hryshchenko/Unsplash

“L’obiettivo è ridurre l’incidenza della plastica sull’ambiente e sulla salute umana, riducendone la dispersione, e promuovere un’economia circolare reale, sostenendo l’economia e accompagnando le imprese”, ha dichiarato la viceministra Vannia Gava.

I fondi stanziati ammontano a dieci milioni di euro per ciascuna delle annualità 2022, 2023 e 2024. Le aziende avranno la possibilità di beneficiare di un contributo economico fino all’80 per cento delle spese sostenute per l’acquisto di macchine e similari.

Le norme europee

La firma del decreto è arrivata una decina di giorni dopo l’approvazione, da parte delle istituzioni europee, del nuovo Regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggio (Packaging & Packaging Waste Regulation, PPWR). Il Regolamento ha stabilito la necessità di rinunciare a determinati articoli in plastica monouso, fra cui i contenitori per frutta e verdura fresche e i prodotti da bagno degli hotel, a partire dal 2030.

Leggi anche: Raggiunto l’accordo sugli imballaggi nell’UE

Le preoccupazioni di Unionplast

Le nuove norme non sono state accolte con entusiasmo da Unionplast, l’Unione nazionale dei trasformatori di plastica italiani. “Molte delle previsioni normative sui divieti, sulle quote riutilizzabili, sui requisiti di riciclaggio e sul contenuto di materiali riciclati si applicano solo agli imballaggi in plastica o prevedono eccezioni per altri materiali di imballaggio”, ha commentato Marco Bergaglio, presidente di Unionplast-Federazione Gomma Plastica.

“L’obiettivo, dunque, forse non era ridurre e prevenire i rifiuti da imballaggio, dal momento che si ammette che l’imballaggio è irrinunciabile purché non sia di plastica, in violazione di qualunque principio di neutralità che dovrebbe guidare la normativa e, soprattutto, in direzione contraria alle tante evidenze scientifiche che indicano come l’imballaggio in plastica sia spesso la soluzione più sostenibile”.

L’impatto della plastica monouso

Quel che è certo è che l’inquinamento da plastica monouso è fuori controllo e deve essere in qualche modo limitato, magari proprio incentivando la ricerca di soluzioni alternative. Solo nel 2021, stando al Plastic Waste Makers Index, sono state generate 139 milioni tonnellate di rifiuti in plastica usa e getta, sei milioni di tonnellate in più rispetto al 2019. L’inquinamento affligge i mari, ma anche i fiumi: l’85 per cento dei rifiuti dispersi nei corsi d’acqua italiani è costituito da plastica, il 35 per cento della quale monouso.

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