Shutterstock 121584538Promuovere i paradigmi dell’economia circolare è “l’unica via in grado di coniugare sviluppo economico, occupazione e sostenibilità ambientale e sociale”.  E’ quanto ha afferma in una nota, il sottosegretario al ministero dell’Ambiente Salvatore Micillo, che è intervenuto ieri al convegno “Rifiuti zero, impianti mille”, organizzato da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Regione Lazio, in collaborazione con i consorzi Conai e Conou. L’evento era parte del programma dell’EcoForum sull’economia circolare.

“La strada è tracciata”

La strada è tracciata ed è chiara ha spiegato Micillo con un fatturato di 88 miliardi di euro e oltre 575mila lavoratori impiegati, nel nostro Paese l’economia circolare è un processo ormai avviato e che già da molti anni ci vede fra i primi in Europa, per innovazione, per performance, per soluzioni. È doveroso ricordare che siamo uno dei paesi che l’Europa indica fra i più vicini agli obiettivi di riciclo previsti dall’Unione al 2030. Nel 2018 sono stati recuperati 10,7 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio, l’81% del totale di quelli immessi al consumo. Sappiamo che il panorama non è omogeneo ed è questo il momento, attraverso il recepimento delle nuove direttive europee, di rimuovere tutti gli ostacoli che hanno impedito all’economia circolare di penetrare in modo uniforme tutto il paese e tutti i flussi di rifiuti

Il ruolo chiave degli amministratori locali

Micillo ha inoltre sottolineato il ruolo chiave degli amministratori locali nella promozione dei principi dell’economia circolare. “Le discariche – ha detto il sottosegretario – appartengono ad un passato dove hanno portato danni all’ambiente, alla salute dei cittadini e all’economia dei territori. Servono amministratori locali illuminati, che lavorino per far convivere crescita economica e sostenibilità ambientale. Ci sono zone del nostro Paese in cui questo avviene e in altre in cui la situazione è ancora fortemente critica, ma comuni virtuosi e ecomafie sono le due facce di una stessa realtà. Dobbiamo continuare a sostenere con forza che sceglie di voler bene al territorio.

Nuove competenze interne al ministero

La partecipazione all’evento è stata anche l’occasione per parlare della creazione di una nuova competenza specifica sull’economia circolare interna al Ministero dell’Ambiente “che si occuperà della promozione delle politiche per la transizione ecologica e l’economia circolare, della gestione integrata del ciclo dei rifiuti, dei programmi plastic free e rifiuti zero, dell’implementazione dei criteri ambientali minimi (Cam), di rifiuti radioattivi e Ogm”. Nello specifico si tratta della nuova Direzione generale per l’economia circolare che attua così il decreto legge del 12 luglio 2018 (convertito con modificazioni dalla legge del 9 agosto 2018) che conteneva disposizioni urgenti per il riordino delle attribuzioni di alcuni ministeri e assegnava al dicastero dell’ambiente diverse funzioni, tra cui la competenza sull’economia circolare e il compito di “unico centro di coordinamento e di responsabilità politica per la bonifica dei  siti  inquinati”.

La direzione generale sul risanamento ambientale

E’ stata istituita con il nuovo regolamento anche la Direzione generale per il risanamento ambientale, che si occuperà della bonifica dei siti inquinati d’interesse nazionale (Sin) e del danno ambientale.

Competenze sulla qualità dell’aria

“La Direzione clima ed energia – spiega inoltre una nota del Minambiente – assume pure le competenze sull’aria, la Direzione per la crescita sostenibile e la qualità dello sviluppo le competenze sulle valutazioni d’impatto ambientale e autorizzazioni integrate ambientali (Via, Vas, Aia)”. 

Non solo un cambio di nome

“Non è una questione di cambio nome – spiega il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa in nota – ma abbiamo voluto rendere proattiva la mission delle direzioni. Questo sarà valido da ora e per sempre, un imprimatur che lasceremo per il futuro del ministero e dell’ambiente”.  

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