Biodiversità fluviale e idroelettrico, al via il progetto europeo Ribes

L'attività sarà coordinata dal politecnico di Torino

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Bacino idrico artificiale di Civitella Alfedena. Foto di Agnese Cecchini

Le fonti rinnovabili per quanto siano energie pulite possono avere un impatto sull’ambiente. L’energia prodotta con l’idroelettrico ad esempio può alterare la biodiversità dei corsi di acqua. Difatti dighe e sbarramenti idroelettrici sono responsabili dell’interruzione della continuità dei corsi d’acqua, ma sono proprio queste interruzioni che permettono di generare energia.

Vista la continua perdita di biodiversità e la necessità di produrre un’energia sempre più pulita l’Unione europea ha stanziato dei fondi per sviluppare competenze in grado di colmare queste esigenze. L’obiettivo è realizzare soluzioni tecniche innovative in grado limitare l’impatto sull’ittiofauna e sugli ecosistemi fluviali.

Rientra in questa sfida il progetto europeo “Ribes – River flow regulation, fish behaviour and status”, coordinato da Claudio Comoglio, docente del dipartimento di Ingegneria dell’ambiente, del territorio e delle infrastrutture del politecnico di Torino.

L’obiettivo scientifico sarà comprendere la risposta dell’ittiofauna a diversi fattori di disturbo antropici connessi alla presenza di strutture in alveo, in modo da poter identificare innovative soluzioni per il ripristino della continuità fluviale. Una particolare attenzione sarà rivolta all’individuazione di soluzioni tecniche (e dei relativi criteri di progettazione e monitoraggio) che rendano maggiormente efficaci i “passaggi per pesci”, dispositivi volti a consentire alle diverse specie ittiche, ciascuna caratterizzata da diversi comportamenti, capacità natatorie e tempi di migrazione nell’arco dell’anno, di avere accesso alle porzioni d’alveo in cui sono presenti habitat fondamentali per il loro ciclo vitale, rese però inaccessibili dagli sbarramenti.

Questo innovativo programma di formazione e ricerca sarà realizzato in un network europeo multidisciplinare e intersettoriale, che comprende esperti ed esperte di biologia dei pesci, ecologia fluviale, meccanica dei fluidi ambientali e ingegneria idraulica, con l’obiettivo scientifico di chiarire il legame tra locomozione dei pesci e risposta comportamentale ai disturbi antropogenici, promuovendo lo sviluppo di nuove soluzioni per il ripristino della libera migrazione delle specie ittiche lungo i corsi d’acqua” spiega nella nota il responsabile del progetto Claudio Comoglio

Le attività progetto europeo Ribes

Il progetto Ribes, finanziato per oltre 4 milioni di euro nell’ambito dell’azione Marie Skłodowska-Curie, prevede percorsi formativi rivolti a 15 giovani ricercatori e ricercatrici nell’ambito dei corsi di dottorato in 8 università (Italia, Svezia, UK, Germania, Estonia e Belgio). Ogni ricercatore dovrà sviluppare un progetto di ricerca individuale all’interno di un network europeo di università, enti pubblici, società di consulenza e produttori idroelettrici.

La ricerca italiana

Il dottorato di ricerca del politecnico di Torino è andato a Usama Ashraf e Gloria Mozzi, sotto la supervisione scientifica dei professori Claudio Comoglio, Costantino Manes, Paolo Vezza e Daniel Nyqvist. Il progetto di studio sarà incentrato, spiega la nota, sulla “risposta delle specie ittiche autoctone alle variazioni delle condizioni idrodinamiche indotte dagli sbarramenti attraverso l’utilizzo innovativo di una canaletta idraulica sperimentale che, tramite il MovingLab, il laboratorio mobile sviluppato dal Diati nell’ambito del progetto cambiamenti_climatici@polito, sarà direttamente utilizzata in campo lungo i corsi d’acqua piemontesi”.

“Grazie alle attività che svilupperemo presso il Politecnico ci attendiamo sia di migliorare significativamente lo stato delle conoscenze scientifiche su diverse specie ittiche autoctone che di identificare soluzioni tecniche che contribuiscano ad interrompere l’attuale trend di rapido declino delle relative popolazioni” conclude il prof. Comoglio.

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