FollonicaSono 32 in tutto le ecoballe di rifiuti recuperate nel golfo di Follonica. Venerdì si sono aggiunte altre due enormi cilindri, composti da rifiuti compattati. L’operazione è frutto della collaborazione tra Protezione civile, Ispra, Guardia costiera, Cnr e Marina militare. È sostenuta dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Recupero ecoballe a Follonica, “una corsa contro il tempo”

“La nostra è una corsa contro il tempo“, spiega in una nota l’ammiraglio Aurelio Caligiore, alla guida del coordinamento tecnico/scientifico dell’operazione. “Lavoriamo in maniera assidua e costante, individuando e recuperando le ecoballe per evitare il rischio di dispersione in mare dei rifiuti per effetto dell’erosione e delle correnti”.

Come vengono recuperate le ecoballe

Nello specifico, quali sono i procedimenti previsti per il recupero delle ecoballe? Individuate e imbracate, le ecoballe vengono caricate con estrema prudenza a bordo delle navi della Marina militare per evitare ogni forma di dispersione di materiale inquinante. Il tutto mentre le navi della Guardia costiera provvedono ad effettuare una cintura di sicurezza nell’area di recupero.

Cosa succede dopo la raccolta

Una volta a terra, le ecoballe finiscono al vaglio di una società specializzata, individuata dalla regione Toscana, responsabile del successivo conferimento in discarica.

Le ecoballe disperse in mare nel 2015

“Complessivamente – spiega una nota del Minambiente – sono 56 le balle di rifiuti, dal peso di circa 1,2 tonnellate, disperse in mare nel 2015 dalla motonave Ivy. In quasi cinque anni, gli sporadici interventi di recupero avevano consentito di ritrovare appena 16 di tali contenitori. Ma il rischio di deterioramento e dispersione degli imballaggi sui fondali toscani, hanno indotto il ministro Costa ad intraprendere l’operazione che in appena tre mesi ha portato all’emersione di altre 16 ecoballe, e individuare gran parte delle restanti 24 in via di recupero”.

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