L’alluvione in Emilia-Romagna del 2023 hanno avuto un impatto devastante sugli allevamenti di animali, la maggior parte dei quali era confinata in allevamenti intensivi. Ne è risultato che “le strutture sono state abbandonate durante le evacuazioni e gli animali sono rimasti intrappolati in gabbie e capannoni mentre l’acqua saliva, o sono stati travolti da frane”. Lo rivela il focus sull’Italia contenuto nel report Climate doom loop: factory farming’s toll on animals, farmers and food presentato il 25 giugno dall’ong Compassion in World Farming (Ciwf) in occasione della Conferenza sul clima giorni a Bonn, momento chiave di preparazione per la Cop 30 in Brasile.
Secondo i dati, sono più di 5.000 le aziende agricole che sono state sommerse e circa 250.000 bovini, ovini, caprini e suini coinvolti, insieme a circa 400 allevamenti avicoli e 45.000 alveari.
Alluvione in Emilia e allevamenti spazzati via
In soli due giorni, a causa di questi eventi estremi che hanno scosso l’opinione pubblica, è caduta l’equivalente di sei mesi di pioggia. 23 fiumi, insieme ai sistemi di drenaggio, sono esondati, sommergendo infrastrutture in diverse città. È stato dichiarato lo stato di emergenza e 17 persone sono morte. Si sono verificate oltre 2.000 frane, 36.000 persone sono state evacuate e 700 strade sono state chiuse.
Il rapporto fa luce sugli animali d’allevamento annegati o spazzati via. A San Lorenzo più di 60.000 galline sono morte quando i capannoni si sono allagati. A Bertinoro un capannone industriale con migliaia di suini è stato sommerso. Questi sono solo alcuni esempi che vengono riportati. I danni diretti al settore zootecnico sono stati stimati tra i 300 e i 400 milioni di euro. Le condizioni meteorologiche estreme hanno causato anche gravi perdite nei raccolti: Confagricoltura Ravenna ha stimato danni per 1,5 miliardi di euro.
“Limitate linee guida che prestano attenzione agli animali”
L’associazione regionale allevatori dell’Emilia-Romagna ha fornito assistenza immediata, compreso il salvataggio degli animali e la donazione di mangimi. La Protezione Civile ha accertato danni alle attrezzature, alle infrastrutture e al bestiame. Il Governo ha approvato un piano di assistenza straordinario da 175 milioni di euro a sostegno del settore agricolo e, nell’ottobre successivo, l’Unione Europea ha autorizzato un sostegno di 1 miliardo di euro per gli agricoltori. Tuttavia, “è emersa preoccupazione per l’insufficienza di questi aiuti finanziari” si legge nel documento.
“Sebbene esistano molte linee guida internazionali per la prevenzione dei rischi, tra cui la Direttiva Alluvioni dell’UE, quelle che prestano attenzione specifica agli animali allevati in Italia sono limitate”. Nonostante il Ministero dell’Agricoltura abbia implementato misure per aiutare gli allevatori in condizioni climatiche estreme, “i critici affermano che la mancanza di adeguate misure di adattamento alla crisi ha contribuito alla gravità del disastro”.
Animali annegati e rischio contaminazione: “Mancato sistema di allerta preventivo”
Il documento evidenzia che “è venuto a mancare un sistema di allerta preventivo specifico per le comunità agricole dell’Emilia-Romagna, così come una collaborazione efficace tra le istituzioni competenti”. Le strade danneggiate hanno impedito agli allevatori di raggiungere gli animali, difficoltà si sono registrate nella gestione degli animali annegati e carenze nell’approvvigionamento di cibo e acqua, oltre al rischio di contaminazione ambientale causato dalla fuoriuscita di liquami.
Come altri Paesi, “anche l’Italia deve agire per ridurre gli impatti del cambiamento climatico, costruendo un sistema alimentare resiliente e sostenibile, basato su pratiche rispettose del clima e della natura” suggerisce il rapporto. Concludendo che “per mitigare futuri eventi climatici estremi, inoltre, è necessario un approccio collaborativo con persone esperte di tutela degli animali allevati”.
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