Sono previste 9,6 miliardi di persone nel 2050 e avremmo necessità di tre pianeti per andare in contro alle esigenze di consumo attuali visto anche lo spreco di 1,3miliardi di tonnellate di cibo all’anno. Per correre ai ripari da questa emergenza sempre più prossima serve realizzare una mappa della transizione alimentare per gestire le esigenze di un mondo che sta cambiando, ma come fare? Digitalizzazione, attenzione alla filiera nel suo complesso e alfabetizzazione dell’utente finale sono alcune delle strategie emerse nel corso della All4Climate – Italy 2021, promosso dal Ministero della Transizione ecologica e da “Connect4climate” che si è svolto online il 9 giugno.

“Dobbiamo agire in fretta perché il cambiamento climatico sta avanzando velocemente e impatta sulle nostre abitudini di vita. No stiamo facendo abbastanza” spiega Zitouni Ould-Dada, deputy director office of Climate Change, Biodiversity and Environment (Obc), Fao intervenuto al dibattito. “Questo è il momento della trasformazione del cibo, perché il questa risorsa ha un grande potenziale per proteggere l’ambiente e assicurare la sopravvivenza a noi e le nuove generazioni. Abbiamo bisogno che il sistema dell’agroalimentare cambi il modo i cui produciamo, processiamo e consumiamo cibo. Abbiamo una crescita delle persone che hanno fame e persone e che mangiano troppo. Serve quindi innovare e digitalizzare l’intera filiera della produzione di cibo”.

Per fare questo abbiamo bisogno di una maggiore coesione nella intera catena di produzione in cui un grande ruolo svolge anche il settore privato spiega, Angelo Riccaboni, coordinatore del Gruppo di lavoro sul Goal 2 (Zero Fame) di ASvis, “Per farlo servono interventi pubblici ad esempio per favorire l’adozione di agricoltura di precisione servono le infrastrutture telematiche e idriche. Altro passo è il cambio di mentalità che guardi alla transizione come un’opportunità imprenditoriale e, lato del consumatore un nuovo approccio ai consumi e all’evitare lo spreco”.

“Per fare questo è importante lavorare molto al tema della educazione alimentare”, sottolinea Fabio Rolfi, assessore al Verde e agricoltura della regione Lombardia “rendendo noto sia come nasce il cibo sia la sua stessa stagionalità oltre che gli aspetti nutrizionali e anti spreco. Credo che il ruolo delle istituzioni sia di dare nuovo risalto a questo tema”. Da qui l’azione della Regione in sinergia con Carrefour per far entrare piccoli produttori nella grande distribuzione facendo divulgazione su pratiche agricole e peculiarità dei prodotti all’utente finale.

Il ruolo delle giovani generazioni nella produzione e nel consumo di cibo sostenibile e qualità nella transizione alimentare

Molte delle produzioni agricole sono gestite da persone anziane. Serve innovare i processi e rinverdire la generazione dell’industria agricola in modo che sappia anche gestire e immaginare un’agricoltura tecnologica e digitale, spiega Ould-Dada.

“Il ricambio generazionale è fondamentale” rimarca Rolfi “se incentiviamo i giovani avremo più facilmente cambiamenti anche organizzativi, per questo il pubblico svolge un ruolo fondamentale”.

La sfida è creare valore senza lasciare indietro nessuno, rimarca Riccaboni. Un soggetto da tutelare è la piccola e media impresa “in cui la sostenibilità deve andare di pari passo con la reddittività”.

E’ centrale però anche coinvolgere i più grandi perché sono coloro che possono più facilmente fare scelte di consumo sostenibili senza badare troppo al prezzo” ricorda Cristina Bowerman, chef una stella Michelin di Glass Hostaria e presidente di Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto. Infine “serve guardare a una filiera certa non solo corta” bisogna conoscere la qualità e la sostenibilità dl cibo che viene prodotto e come tale saperlo scegliere.

Guardare al cibo dal punto di vista della ristorazione per favorire una transizione alimentare

Gli Ambasciatori del gusto hanno avviato l’iniziativa di “adotta un produttore” per sostenerlo e farlo conoscere anche usandolo nelle attività di ristorazione. “Un’azione che garantisce anche la tutela della biodiversità” perché spesso si sostituiscono prodotti autoctoni con altri esterni ma più adatti ai tempi di filiera della divulgazione agricola, spiega la chef Bowerman.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.