Il canto degli uccelli con l’AI per conoscere la salute della natura

I risultati del progetto "I guardiani della Natura" a cura di WWF Italia e Huawei. Questa seconda edizione ha come focus l'agricoltura.

In campagna non cantano più gli uccelli, “suoi abitanti per eccellenza.” riflette Isabella Pratesi direttrice conservazione WWF Italia nel corso della giornata dedicata ai risultati del progetto “I guardiani della Natura” che si è svolta oggi 21 novembre a Roma. L’iniziativa a cura di WWF Italia e Huawei è giunta alla seconda edizione e ha visto quest’anno come focus l’agricoltura. “In non meno di 70 anni, abbiamo perso quasi il 70% di vertebrati. Un disastro che non viene abbastanza raccontato”. Con questo progetto è stato possibile studiare e raccontare cosa sta accadendo a una agricoltura più attenta all’ambiente. “Possiamo far vedere che la tecnologia può assisterci e aiutarci” conclude Pratesi.

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“Attraverso la nostra tecnologia possiamo supportare le persone che studiano la natura” sottolinea Eduardo Perone vice president business development, Huawei Europe. Così diventa possibile comprendere e analizzare i fenomeni, facendo sì che la tecnologia diventi un driver ambientale. “La tecnologia è parte dello sviluppo sostenibile”. Un approccio di cui “l’Italia può diventare leader” conclude Perrone.

“La tecnologia può svolgere un ruolo centrale per garantire in un minor numero di anni una transizione verso pratiche sostenibili” sottolinea Luigi Servadei Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Per farlo, serve avere più dati possibile, la capacità di studiarli, analizzarli e sopratutto condividerli, conclude Servadei.

Valorizzare il biologico è fondamentale anche sul piano normativo “è incredibile che abbiamo una fiscalità agevolata sui prodotti chimici per l’agricoltura e non sui biologici” Maria Grazia Mammuccini presidente di FederBio.

Studio dell’ecoacustica degli uccelli, in ambiente rurale biologico e convenzionale

La biodiversità agricola è in pericolo. Il progetto ha messo in evidenza come e quanto la vita nelle aree agricole biologiche sia diversa e più ricca rispetto alle aree coltivate in modo tradizionale. Per farlo sono state adoperate alcune tecnologie di rilevamento acustico con dispositivi diffusi nell’area di analisi, applicando i criteri della bioacustica. Lo studio acustico permette di individuare la presenza di tipologie di uccelli. Per farlo esistono dei protocolli rigorsi come ad esempio il Farmland bird index.

I rilevatori acustici messi a disposizione dal progetto, permettono di identificare dei fonogrammi in cui è stato possibile riconoscere le diverse specie dalla propria firma acustica. “Inoltre hanno permesso di ottenere un monitoraggio costante e dislocato su un’area estesa” altrimenti non realizzabile spiega Silvia Scozzafava, food e agricolture senior advisor WWF.

analisi fonometrica
Grafico di analisi fonometrica presentato nel corso dell’evento.

L’analisi ha interessato otto oasi italiane:

la distribuzione geografica delle 8 oasi oggetto di studio
La distribuzione geografica delle 8 oasi oggetto di studio
  • Valle dello Sporeggio
  • Bosco di Vanzago
  • Ghirardi
  • Ripa Bianca
  • Calanchi di Atri
  • Lago di Penne
  • Monte Sant’Elia
  • Lago di Preola e Gorgi Tondi

 

Lo studio, durato un anno, ha evidenziato come esista una differenza statisticamente significativa nel numero di specie nei campi in biologico rispetto le aziende convenzionali:

  • E’ mediamente superiore come numero,
  • è un dato che si mantiene nel tempo.

Il caso del Verdone. Si tratta di una specie piuttosto comune ma che è in declino costante nelle campagne. Nonostante sia un uccello granivoro, quindi che non si ciba solo di insetti, è risultato essere in calo nelle aree di agricoltura convenzionale.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.