Cattura di CO2, riciclo chimico della plastica e fotovoltaico, l’impegno delle aziende italiane all’estero

aziendeLe nostre aziende questa settimana si occupano di riciclaggio chimico negli Usa, fotovoltaico in Africa e decarbonizzazione nel Regno Unito

Il gruppo Maire Tecnimont, tramite la controllata NextChem, svilupperà progetti di riciclo chimico via pirolisi con la statunitense Agilyx

NextChem, parte del gruppo Maire Tecnimont dedicata alla chimica verde per la transizione energetica, ha firmato un contratto per sviluppare impianti di riciclo chimico avanzato di ampiezza globale con la statunitense Agilyx Corporation, attiva nel riciclo avanzato di plastiche post consumo difficili da trattare. NextChem sarà il partner tecnologico e Epc (Engineering, procurement, construction) di Agilyx in una serie di progetti destinato a implementare impianti di riciclo chimico per rifiuti plastici misti e trasformarli in olefine e carburanti circolari.

Obiettivo dell’accordo, in questa fase iniziale, è promuovere una serie di progetti di riciclo chimico per terze parti. Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato del gruppo Maire Tecnimont e di NextChem, spiega le ragioni della collaborazione: “Siamo fortemente impegnati a trovare soluzioni per la sostenibilità della plastica lungo il suo ciclo di vita per contribuire a una nuova economia circolare e low carbon”. Tim Stedman, Amministratore Delegato di Agilyx, conclude: “Questa alleanza rappresenta un’accelerazione per Agilyx verso l’espansione della nostra presenza e dello sviluppo della nostra tecnologia di riciclo avanzato in tutto il mondo”.

Esi spa firma il contratto per un impianto fotovoltaico off-grid in Mozambico

Dopo l’aggiudicazione del tender, avvenuto il 30 novembre scorso, Esi spa, attiva nel mercato delle rinnovabili come Epc (Engineering, procurement and construction) e System Integrator in Italia e all’estero, rende noto di aver sottoscritto un contratto finalizzato alla progettazione e alla realizzazione di un impianto fotovoltaico off grid in Mozambico. L’infrastruttura avrà una potenza nominale di 115 KWp, una capacità di accumulazione di 300 KWh, garantirà 560 connessioni elettriche relative ad abitazioni private e attività commerciali. Avrà un’estensione di 7 km di rete in bassa tensione e sarà completato in 7 mesi. Riccardo Di Pietrogiacomo, fondatore e presidente di Esi spa, spiega soddisfatto: “Negli ultimi mesi sono già tre i nuovi contratti sottoscritti da Esi, a conferma dell’impegno dell’azienda nel proporre soluzioni tecnologicamente innovative e della presenza della stessa a livello internazionale. Oltre al contratto odierno, ricordiamo il contratto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico off-grid in Burundi e quello per la realizzazione di un impianto mini-grid nella Repubblica Democratica del Congo. A questi possiamo anche aggiungere il completamento della più grande centrale elettrica solare sull’isola di Maiorca. Questi risultati ci rendono orgogliosi ed al contempo lieti di poter contribuire allo sviluppo dei territori, del miglioramento della vita delle persone apportando benessere in località ancora molto svantaggiate”.

Il valore complessivo dell’opera è pari a 529.000 euro, di cui 70.000 euro di competenza dello scorso esercizio e 459.000 euro di competenza dell’esercizio 2021.

Il progetto per la decarbonizzazione del distretto industriale nord occidentale del Regno Unito, partecipato da Eni, riceve 33 milioni di sterline

UK Research and Innovation (Ukri), l’ente britannico deputato a sostenere ricerca e innovazione nel paese mediante l’Industrial Decarbonisation Challenge (Idc), ha finanziato con 33 milioni di sterline l’impianto di HyNet North West. La struttura è destinata alla decarbonizzazione dell’importante distretto industriale dell’Inghilterra Nord Occidentale e dovrà essere terminata entro il 2025. Il progetto HyNet North West è sviluppato da un consorzio formato, oltre che da Eni, da aziende industriali dell’area. L’impianto è il primo del Regno Unito a prevedere la cattura, il trasporto e lo stoccaggio della CO2 emessa dalle industrie esistenti e dai futuri siti di produzione di idrogeno blu, quale combustibile alternativo per gli impianti di riscaldamento, generazione di energia elettrica e trasporto.

L’azienda guidata dall’Ad Claudio Descalzi svolgerà il ruolo di operatore nelle attività di trasporto e stoccaggio della CO2 a partire dai propri giacimenti di gas depletati, ubicati a circa 30 Km dalla costa nella baia di Liverpool. Impianti per cui ha ottenuto l’assegnazione nell’ottobre 2020 di una licenza per lo stoccaggio dalle autorità UK Oil & Gas (Oga). Una volta completato, il progetto consentirà di trasformare uno dei distretti industriali più energivori del Regno Unito, nel primo cluster industriale a basse emissioni di anidride carbonica del mondo. In particolare entro il 2030 contribuirà alla riduzione fino a 10 milioni di tonnellate/anno di CO2 e fornirà l’80% del target di 5GW di idrogeno a basse emissioni annunciato dal Governo britannico, svolgendo un ruolo fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo zero emissioni al 2050 del Paese. Tale risultato è in linea con l’impegno di Eni per la transizione energetica e la decarbonizzazione in quanto la cattura, utilizzo e stoccaggio della CO2, soprattutto in relazione alle emissioni dei settori industriali “hard to abate”, rappresenta un processo importante e decisivo per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi sul Clima e dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, come riconosciuto anche dall’Onu nell’ultimo report Unece.

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Pubblicista dal 2007, scrive per il Gruppo Italia Energia.