auto inquinamento

La plenaria del Parlamento europeo ha approvato ieri 8 giugno la proposta della Commissione UE di non vendere più nuove auto a benzina, diesel e Gpl a partire dal 2035. I voti a favore sono stati 339, contrari 249 e 24 gli astenuti. Non è passato l’emendamento del Ppe (Partito popolare europeo) che prevedeva di ridurre le emissioni di CO2 del 90% invece che del 100%.

È stato invece approvato l’emendamento denominato “Salva Motor Valley” firmato dagli eurodeputati italiani appartenenti a tutti gli schieramenti, per prolungare la deroga alle regole europee sugli standard di emissioni di CO2. Via libera dunque al prolungamento dal 2030 al 2036 della deroga per i piccoli produttori di auto con volumi da mille a 10mila l’anno e per i furgoni da mille a 22mila.

Il Parlamento non ha invece adottato alcuna proposta chiave per il pacchetto legislativo della Commissione, come la riforma del mercato degli Ets (Emission trading scheme), l’introduzione della Carbon tax (proposta di tassazione sull’import europeo di prodotti ad alta intensità di carbonio) e il “Social climate fund” (fondo sociale per i soggetti più esposti alle strette ambientali). Queste tre misure sono state rimandate alla Commissione Ambiente, in seguito al mancato passaggio degli emendamenti finalizzati a ritardare la stretta sulle emissioni.

Per arrivare all’approvazione finale della proposta, ora il Parlamento europeo dovrà negoziare con il Consiglio, ovvero gli Stati membri. La proposta prevede degli obiettivi intermedi quali la riduzione delle emissioni al 55% entro il 2030 per le auto e al 50% per i furgoni. 

Preoccupazioni in merito sono state esternate dai partiti di centrodestra italiani ed europei, nonché dall’Associazione europea dei produttori di automobili (Acea), i quali ritengono prematura qualsiasi regolamentazione a lungo termine in un momento storico così incerto e la scadenza troppo ravvicinata per obiettivi così sfidanti. 

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