Le emissioni di gas serra associate all’approvvigionamento globale di Gnl sono pari a circa 350 milioni di tonnellate di CO2 equivalente all’anno. Circa il 70% di queste emissioni è costituito da emissioni di CO2 vengono bruciate o emesse; il restante 30% è metano che si disperde incombusto nell’atmosfera. A livello globale, l’intensità media delle emissioni di gas serra del Gnl consegnato è di poco inferiore a 20 grammi di anidride carbonica equivalente per megajoule, rispetto a una media di 12 g CO2 / MJ per l’approvvigionamento di gas naturale complessivo. Tuttavia, esistono notevoli variazioni a seconda delle aree geografiche e delle rotte di approvvigionamento. È quanto emerge dal rapporto pubblicato da Iea.
Secondo il documento, considerando tutte le emissioni dirette e indirette di gas serra, oltre il 99% del Gnl consumato nel 2024 ha registrato emissioni, durante il ciclo di vita, inferiori rispetto al carbone. A livello globale, in media, il Gnl produce circa il 25% di emissioni in meno rispetto al carbone.
Emissioni: confronto solo con carbone è “limite troppo basso”
Nel 2024, circa 550 miliardi di metri cubi (bcm) di gas naturale sono stati esportati come gas naturale liquefatto (Gnl), pari a poco meno del 15% del consumo globale di gas naturale. Ulteriori 500 miliardi di metri cubi di gas naturale sono stati trasportati tramite gasdotti. Negli ultimi anni, l’offerta globale di Gnl è cresciuta più rapidamente della domanda complessiva di gas naturale. Questa tendenza è destinata a proseguire con l’arrivo di quasi 300 miliardi di metri cubi di nuova capacità di fornitura annua tra il 2025 e il 2030.
Il rapporto sottolinea che, “per coloro che sostengono l’importanza ambientale dell’uso del Gnl, confrontarlo solo con il carbone, il combustibile a più alta intensità di carbonio, pone un limite troppo basso”. Soprattutto considerando le notevoli opportunità di miglioramento delle prestazioni emissive dell’approvvigionamento di Gnl.
Il rapporto rileva che le emissioni derivanti dalla fornitura di Gnl potrebbero essere ridotte di oltre il 60% utilizzando le tecnologie odierne, e molte misure potrebbero essere implementate a costi bassi o moderati. La sola riduzione delle perdite di metano potrebbe ridurre le emissioni annuali di quasi 90 Mt di CO2, pari al 25% delle emissioni totali di Gnl. Circa la metà di tale riduzione potrebbe essere addirittura realizzata senza alcun costo netto. La riduzione del flaring presso gli impianti e i giacimenti di Gnl che forniscono gas di alimentazione potrebbe ridurre le emissioni annuali di ulteriori 5 Mt di CO2.
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Elettrificazione terminali Gnl ridurrebbe ulteriormente le emissioni
Altre strategie economicamente vantaggiose, che potrebbero ridurre sostanzialmente le emissioni, includono l’aumento dell’efficienza dei processi lungo tutta la catena di approvvigionamento e l’implementazione di sistemi di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio presso gli impianti di liquefazione per catturare la CO2 naturalmente presente nel gas di alimentazione. “Sebbene i costi iniziali possano essere elevati, l’elettrificazione degli impianti a monte e dei terminali Gnl, utilizzando elettricità da fonti a basse emissioni, ridurrebbe ulteriormente le emissioni di circa 110 Mt di CO2” commenta Iea.
Dato l’elevato fabbisogno energetico per la liquefazione e il trasporto del gas su lunghe distanze, il Gnl tende ad avere emissioni più elevate rispetto al gas naturale prodotto in prossimità dei luoghi di consumo (anche le emissioni del gas trasportato tramite gasdotto variano notevolmente, spesso a seconda delle distanze). Diversi Paesi importatori, evidenzia l’Agenzia, stanno iniziando a valutare l’intensità emissiva delle importazioni di petrolio e gas, ad esempio attraverso il Regolamento UE sulle emissioni di metano e la Coalizione per l’abbattimento delle emissioni di Gnl verso l’obiettivo netto zero (Clean). Anche se, negli ultimi anni, si è registrato un notevole aumento della disponibilità e della comunicazione dei dati sulle emissioni della filiera del gas naturale, “le stime sono ancora soggette a un elevato grado di incertezza” conclude Iea.
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