Diga Kakhova, il danno ambientale si estende in agricoltura

L'allerta di Confagricoltura

  • Il crollo della diga Kakhova sul fiume Dnipro, in Ucraina, non ha finito di contare i suoi danni né umanitari nè ambientali. Anche i livelli produttivi dell’agricoltura ne saranno toccati.
  • Confagricoltura segnala che i futures relativi al prezzo del grano sui mercati internazionali hanno già registrato un aumento del 2,6%.
  • Cereali e semi oleosi come in generale tutti i prodotti agricoli provenienti dall’Ucraina. In particolare solo nel 2021 hanno avuto un valore di export solo di circa 27 miliardi di euro.
  • Si tratta di un mercato dall’equilibrio delicato
  • Nei giorni scorsi la Commissione Ue ha evidenziato che le esportazioni di cereali verso i Paesi del Nord Africa e dell’Africa subsahariana sono ammontate nei primi due mesi di quest’anno a 3,9 milioni di tonnellate, circa 770 mila in più sullo stesso periodo del 2022.

acqua Diga Kakhova

Entità del danno

Secondo le stime preliminari diffuse dal ministero delle Politiche Agricole di Kiev, sono circa 10mila gli ettari di terreno agricolo colpiti dal danno ambientale prodotto dalla diga. Si tratta di danni strutturali e avranno effetti prolungati negli anni.
Sono già stati rilevati fuori uso
 i sistemi di irrigazione di circa 580mila ettari. Si tratta di terreni da cui lo scorso anno sono state raccolte 4 milioni di tonnellate di cereali e semi oleosi per un valore di 1,4 miliardi di euro.

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Otre il 90% dei sistemi irrigui nell’area di Kherson sono rimasti privi di una fonte di approvvigionamento idrico. Il che vuol dire terreni che non potranno essere coltivati o che daranno rese nettamente inferiori alla media.

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