Aumentare gli investimenti nella transizione energetica dev’essere una priorità per l’Europa

Le raccomandazioni di AIE, BEI e BCE.

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Assicurare la rapidità e l’inclusività della transizione energetica è fondamentale per garantire la stabilità finanziaria e la competitività industriale dell’Europa. Lo hanno evidenziato i più alti rappresentanti della Banca europea per gli investimenti (BEI), della Banca centrale europea (BCE) e dell’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) in occasione della conferenza di alto livello che l’AIE ha organizzato il 29 settembre a Parigi.

La crisi energetica e una nuova economia dell’energia

In seguito agli sconvolgimenti che hanno interessato il mercato globale dell’energia, è necessario che l’UE aumenti gli investimenti nel settore, per posizionarsi fra i principali leader della nuova “economia energetica” e garantirne la neutralità climatica entro il 2050.

“La rapida risposta dell’Europa alla crisi energetica globale ha permesso al continente di allontanarsi dal suo principale fornitore di energia, la Russia, in modo più agevole di quanto molti avrebbero potuto immaginare”, ha dichiarato il direttore esecutivo dell’AIE, Fatih Birol.

“Ora gli Stati membri devono imparare a crescere e prosperare in questa nuova realtà. Nonostante la forza lavoro qualificata e la leadership nell’ambito ricerca e sviluppo, dobbiamo ancora vedere come l’Europa metterà in pratica le sue ambizioni. I politici devono intraprendere rapidamente azioni coraggiose, affinché la regione rimanga una potenza industriale a livello globale”.

Gli ostacoli da superare per sbloccare gli investimenti

I test condotti dalla BCE dimostrano che anticipare gli investimenti nell’energia pulita riduce significativamente i costi e i rischi a medio termine per le imprese e le famiglie. Può aiutare l’Europa, inoltre, a limitare ulteriormente la dipendenza dai principali produttori di combustibili fossili e dai relativi mercati, spesso volatili.

Oltre alla tensione geopolitica e all’elevata inflazione, gli investimenti del settore privato si trovano però ad affrontare una serie di barriere di mercato, tra cui l’incertezza normativa e le lunghe procedure di autorizzazione che ritardano i progetti, scoraggiano gli investitori e gonfiano i costi per gli sviluppatori. Barriere che dovranno essere superate.

“La transizione ecologica è una sfida politica particolarmente difficile, perché la posta in gioco in caso di fallimento è molto alta e, tuttavia, il percorso verso il successo è così complesso. Ma la risposta è portare a termine la transizione, il che significa comprendere le sfide che comporta e garantire che i costi siano ripartiti equamente. È necessario fare di più per promuovere il mercato della finanza verde”, ha commentato Christine Lagarde, presidente della BCE.

Perché investire nella finanza verde

“La transizione energetica è un’opportunità per l’Europa e il mondo”, ha confermato il presidente della BEI, Werner Hoyer. “Costituisce anche una sfida, poiché le nostre industrie devono essere tempestive e abbracciare il cambiamento, altrimenti rischiano di essere lasciate indietro. Solo investimenti massicci e rapidi nelle tecnologie a zero emissioni garantiranno che l’Europa rimanga un luogo attraente per fare affari, un luogo dove l’innovazione prospera, dove fioriscono nuove idee e si creano ricchezza e posti di lavoro”, ha concluso Hoyer.

Leggi anche: Una finanza mista per garantire una transizione energetica solidale

L’Unione europea si è impegnata a spendere almeno il 30 per cento del suo budget 2021-2027 nell’azione per il clima. E le istituzioni finanziarie giocheranno un ruolo fondamentale: ogni euro speso dalla Banca europea per gli investimenti, ne attira 1,4 da parte del settore privato. La BEI ha già incrementato in maniera significativa i finanziamenti per i progetti legati all’energia pulita, cessando quelli rivolti ai combustibili fossili.

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