Sostenibilità digitale, qual è il grado di consapevolezza degli italiani

L’indice DiSI City evidenzia come la mancanza di infrastrutture digitali aumenti il divario fra nord e sud, minando il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.

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Gli abitanti di Bologna, Roma e Venezia sono quelli maggiormente consapevoli del legame fra sostenibilità e digitalizzazione, stando al DiSI City, l’indice sviluppato dalla Fondazione per la sostenibilità digitale con l’Istituto di studi politici “S. Pio V” per analizzare le 14 città metropolitane italiane. I risultati dell’indagine sono stati presentati oggi, 17 ottobre, a Roma.

Il focus su Roma

Esaminando i dati relativi alla capitale, si evince come i romani siano, in generale, molto più attenti alla digitalizzazione che alla sostenibilità. Il 78 per cento dei cittadini fa uso di infrastrutture e servizi digitali, ma solo il 53 per cento è fortemente sensibile ai temi della sostenibilità. I più attenti sono gli uomini di età compresa fra i 25 e i 44 anni, con un titolo di studio elevato. Fra le varie priorità, mettono al primo posto l’ambiente, seguito dal benessere delle persone e dal modello economico di sviluppo.

I risultati di Torino e Milano

Potrebbe stupire la bassa posizione in classifica di città come Torino e Milano, rispettivamente al nono e decimo posto: ciò, tuttavia, dipende dal fatto che in queste realtà i servizi tecnologici sono considerati come delle commodity, e il loro ruolo di abilitatori della sostenibilità non è percepito da parte dei cittadini.

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In generale, l’analisi evidenzia come la mancanza di infrastrutture digitali e di cultura porti il divario fra nord e sud del Paese ad ampliarsi, minando il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e del PNRR.

Serve una cultura condivisa della sostenibilità digitale

“Comprendere le ragioni per le quali i cittadini utilizzano strumenti e servizi pensati per supportare obiettivi di sostenibilità è fondamentale, in quanto consente di agire di conseguenza sulle politiche pubbliche”, ha commentato Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la sostenibilità digitale.

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“Si potrebbe pensare che sia sufficiente analizzare il livello di adozione di strumenti e servizi sostenibili, ma siamo convinti che non si possa fare davvero sostenibilità senza una cultura condivisa, così come senza consapevolezza del ruolo del digitale. Per questo, abbiamo sviluppato l’indice DISI™ e uno specifico progetto di sensibilizzazione dei giovani dottorandi verso questi temi”, ha concluso Epifani.

Il Digital Sustainability Award

Nel corso del convegno, la Fondazione ha lanciato anche il Digital Sustainability Award, in partnership con il Gruppo EHT. L’obiettivo è quello di promuovere negli studenti universitari la cultura della sostenibilità digitale; per questo, le migliori tesi sul tema saranno premiate con un riconoscimento economico di 2.500 euro. Tre le categorie previste:

  1. migliore tesi magistrale;
  2. migliore tesi di dottorato;
  3. migliore tesi donne ICT (Information & Communication Technology).
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