Mobilità in sharing o privata nuove tendenze

Due studi illustrano l'andamento del settore visto dagli utenti. L’Osservatorio SUNRISE e l'Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility

Mobilità sostenibile e sharing come sta cambiando la visione degli spostamenti. Oggi tra Roma e Milano sono stati presentati due studi uno focalizzato su come viene vissuto il trasporto privato e quanto inquina con l’Osservatorio SUNRISE e uno sullo sharing con l’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility. I numeri  soprattutto se guardati insieme fanno intendere come sta cambiando la percezione della mobilità tra gli italiani e quali siano le sfide che ci attendono.

sharing trasporti

Trasporto

Torna a crescere il trasporto su strada. I dati evidenziano una crescita del venduto di benzina più gasolio del 3,5%, con un conseguente aumento delle emissioni di CO₂ pari al 2,9% e dagli scenari il dato potrebbe aumentare.

A inficiare sui consumi anche il peso dei veicoli che sta aumentando sempre di più, dovuto alla crescente popolarità dei SUV, influisce sull’impatto complessivo del sistema.

A evidenziarlo il primo rapporto dell’Osservatorio SUNRISE, promosso da Most – Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, e presentato oggi a Milano nella sede di Assolombarda.

“Il trasporto merci, furgoni e camion, incide molto sulle emissioni e l’incidenza  è destinata a crescere nel futuro di breve e medio termine”, ha commentato il professor Ennio Cascetta, Coordinatore dell’Osservatorio.

“Gli Osservatori di Most sono uno strumento che, a partire dai dati e da metodologie di analisi trasparenti e condivise, mette a disposizione informazioni oggettive per orientare con maggiore consapevolezza le politiche e le strategie sulla mobilità del futuro”, ha dichiarato Ferruccio Resta, presidente di Most.

Lo studio è frutto della collaborazione tra istituzioni, enti accademici e partner industriali – Almaviva, Autostrade per l’Italia, Cassa Depositi e Prestiti, Eni, Fondazione Filippo Caracciolo dell’ACI e Iveco Group .

Le fake news sull’inquinamento degli autoveicoli

  • Uno degli elementi di maggiore discontinuità rispetto alle analisi precedenti riguarda la fotografia reale del parco veicolare circolante e delle effettive percorrenze sulle diverse tipologie di strada, che nel passato erano stimate con metodologie parziali e con risultati spesso contraddittori. Ad esempio dall’analisi stima infatti che il 12% delle automobili e il 32% dei motocicli registrati al Pubblico Registro Automobilistico non circolano.
  • La composizione per classe EURO di emissione del circolante è molto diversa da quella “ufficiale” degli immatricolati. I veicoli più vecchi che circolano sono solo una frazione  di quelli  immatricolati e percorrono  pochissimi chilometri all’anno. Infatti solo il 10% dei chilometri percorsi ogni anno è effettuato da veicoli più vecchi di 20 anni.
  • Da aggiornare anche le stime sulle emissioni di NOx e PM del parco auto circolante. Le valutazioni tradizionali attribuivano al traffico il 57% delle emissioni di NOx e il 14% di PM2.5, ma i nuovi dati mostrano una prevalenza di veicoli Euro 6 e la crescita di ibridi ed elettrici, con impatti ambientali molto più ridotti. Una valutazione che potrebbe portare a ridurre le prospettive di inquinanti date dagli automezzi.

“FIT for 55” uno scenario sempre più distante

Negli scenari più favorevoli, la riduzione del traffico stradale rispetto al 2024 si attesterebbe attorno al 6%. In quelli meno favorevoli, si registrerebbe un aumento del 7%. In entrambi i casi, il peso emissivo del trasporto merci – in particolare dei mezzi pesanti – tende ad aumentare, poiché le tecnologie alternative come l’elettrico e l’idrogeno stanno appena muovendo i primi passi in questo segmento. Analogamente le emissioni di CO2 si ridurrebbero del -10% (scenario basso) o del – 24% (scenario alto) rispetto ai valori del 2005 (anno di riferimento della direttiva europea), contro il 43% previsto per il 2030 dal pacchetto “FIT for 55”.

Nonostante lo scenario descritto, il rapporto individua percorsi di intervento concreti e misure potenzialmente efficaci per accelerare la transizione soprattutto nel breve e medio periodo. Tra queste: la diffusione dei biocarburanti, soprattutto per il trasporto pesante; la promozione di stili di guida sostenibili e dell’eco-driving; la riduzione del fenomeno del gigantismo automobilistico attraverso incentivi al ridimensionamento del parco veicolare; e l’ottimizzazione dei carichi soprattutto per i  veicoli commerciali leggeri.

Sharing e carpooling non sono scelte causali

La sharing mobility cresce con oltre 50 milioni di noleggi nel 2024 e 60 milioni stimati per il 2025 mentre si registra un calo dell’offerta che si concretizza in: meno veicoli, servizi e operatori. Nel 2024, rispetto al 2022, i veicoli in sharing sono 96.000 (-15%), il numero complessivo dei servizi è di 170 (-26%); gli operatori sono scesi tra il 2022-25 a 35 (-24%). A evidenziarlo il 9° Rapporto nazionale sulla sharing mobility, presentato in occasione della  Conferenza Nazionale della sharing mobility, organizzata dall’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility, promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

Nel complesso cala l’offerta del car sharing e dei monopattini elettrici, cresce invece il bike sharing soprattutto elettrico. Stabili invece gli scooter sharing. Nel 2024 i viaggi in carpooling aziendale hanno raggiunto 388 mila unità, con la previsione, basata sui dati del primo semestre, di un ulteriore aumento del 40% nel 2025. Il fatturato complessivo del comparto vehicle sharing si attesta su una cifra di poco superiore ai 200 milioni di Euro nel 2024, con un incremento del 2% rispetto all’anno precedente, ma inferiore alla crescita dell’11% registrata tra il 2022 e il 2023.

A goderne sono soprattutto le grandi città

I mercati più redditizi e favorevoli: Roma e Milano, con 13,2 e 12,6 milioni noleggi, generano insieme oltre il 50% del totale nazionale.

A pagare la diminuzione del servizio di sharing 16 capoluoghi di provincia, soprattutto i medio piccoli, come Catanzaro, Reggio Calabria, Pesaro e Prato.

Le uniche città che offrono contemporaneamente tutti e quattro i servizi di sharing sono: Milano, Roma, Firenze, Bergamo e Torino.

  • Roma è la prima città per numero di noleggi totali (13,2 milioni nel 2024);
  • Bologna e Firenze sono le città cresciute maggiormente nel 2024 rispetto al 2023;
  • Bologna è la città con più noleggi per abitante, dato significativo, trattandosi di una città in cui non sono presenti i monopattini;
  • Milano è la città con più veicoli a disposizione per abitante;
  • Brescia presenta il migliore tasso di rotazione dei veicoli.

Cosa manca per rendere lo sharing un’alternativa

Manca integrazione col trasporto pubblico, incentivi economici alla domanda e supporto all’offerta. Senza nuovi modelli di regolazione e sostegno della mobilità condivisa aumenterà infatti inesorabilmente l’uso dell’auto privata che nel 2024 ha superato 40 milioni di veicoli, 701 ogni mille abitanti.

Il carsharing è stato il primo servizio di sharing mobility presente in Italia. Oggi il comparto è quello più in difficoltà: in calo città servite e noleggi, complice anche la micromobilità in aumento per gli spostamenti brevi in città ed eccessivi oneri per gli operatori. Nel 2025 è in corso una corposa riduzione del numero dei veicoli in servizio di Enjoy, un operatore storico di car sharing. I servizi nel 2024 sono 42, -1 rispetto al 2023. Nel 2024 le flotte di auto sono aumentate del 9%, ma i primi mesi del 2025 vedono un drastico calo del 17%. Sempre più ecologica la flotta con 3.000 i veicoli elettrici nel 2024, più 18% rispetto al 2023. Sul totale della flotta le auto ibride arrivano nel 2024 al 38%, superando l’elettrico (34,8%). Milano (3.293) e Roma (2.158) dispongono del maggior numero di auto free floating; Torino (250), Roma (200), Palermo (109) per la flotta station based. In termini di chilometri percorsi, il carsharing conferma nel 2024 una quota pari al 45%, quasi equivalente a quella complessiva della micromobilità.

Nel 2024 la crescita dei noleggi del bikesharing free-floating toccando il picco di 12,2 milioni, valore di oltre il 162% superiore a quanto registrato nel 2021 e del 26% più alto del 2022. Complessivamente Il bikesharing rappresenta il 32% del totale dei noleggi. I km percorsi sono stati circa 25 milioni. Il numero di bici elettriche è aumentata del 18% rispetto al 2023 con oltre 4.500 veicoli in più. La prima città per biciclette elettriche è Milano (più di 10mila veicoli), seguita da Roma (circa 7mila) e Bologna (2,7mila).

I servizi di monopattini hanno registrato un calo rilevante: dai 99 attivi nel 2022 si è passati a 68 nel 2024 e a 62 nei primi mesi del 2025, un fenomeno da attribuirsi ad un riposizionamento degli operatori in più città o all’uscita dal mercato di alcuni player. Diminuisce anche il numero di città capoluogo di provincia in cui è presente un servizio di monopattino in sharing: tra il 2022 e il 2024 ci sono 15 città in meno. La flotta (circa 42.000 veicoli) , cresciuta nel 2024 di 2 mila unità, si prevede in calo del 6% nel 2025. Le città con più monopattini in sharing sono Roma (13.500), Milano (6000) Torino (4.000) Palermo (2.280).

I servizi di scooter sharing crescono di tre unità rispetto al 2023 e resta stabile anche a inizio 2025. La domanda mostra segnali di contrazione: dopo il picco del 2023, i noleggi si riducono del 23% nel 2024.  Le città servite sono 9, nel 2024 le flotte più fornite a Milano con 1836 scooter, ma oltre 1000 in meno rispetto al 2023, Roma (1.556), Torino (349), Bari (150).


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