Mobilità, da hardware a servizio

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Il settore automotive sta cambiando. Un segnale è la crescita delle immatricolazioni di mezzi green, ma non solo. Il cambiamento può e deve avere uno sguardo più lungimirante verso uno trasporto che nel futuro sia alternativo. Riflessioni che non possono non farsi con la settimana della mobilità sostenibile al via dal 16 fino al 22 settembre.

La Silicon Valley, che negli ultimi anni è teatro dei nuovi trend globali, lascia ben sperare: basta pensare a ciò che sta accendendo tra le sue strade nella sfida tra Google e Apple per la progettazione di auto senza conducente, ma non solo.

Gli scenari possono essere molteplici e aprire diverse opportunità industriali. Dalle stampanti 3D ad una evoluzione del rapporto di fruizione del mezzo di trasporto, come suggerisce il Dott. Christian Fritz, del Centro di Ricerca di Palo Alto (PARC) Xerox in un post del suo blog, “presto non possiederemo più le nostre auto e useremo servizi di mobilità per andare dove dobbiamo andare. Questo coinvolgerà anche le attività dei pendolari. La maggior parte degli spazi dedicati a parcheggi cittadini scomparirà e anche le emissioni di CO2 prodotte dalle auto saranno un retaggio del passato. E questo sarà un altro capitolo di come il software ha mangiato il mondo fisico”.

Dal car sharing al modello “Uber” insomma la vettura si limita ad essere un mezzo di spostamento, trasformando la sovrastruttura di simboli, ben nota alle case produttrici e alle agenzie creative, in elementi da trasporre alla modalità di fruizione della stessa, come evidenzia Giulio Frandi, Direttore Generale Italia della divisione Intelligent Transport Group di Xerox in una nota stampa in cui commenta: “A prima vista, il passaggio da un servizio come Uber ad un intero sistema di trasporti inteso come TaaS (trasport as a service; definizione che riprende per funzionalità e tipologia di uso e di vendita il software as a service ndr.) sembra enorme, ma in realtà non è proprio così. Servizi simili a Uber, che da solo opera in più di 200 città nel mondo, nascono in continuazione e gli investitori stanno dando un grosso supporto a queste start-up. Alla diffusione di questi servizi si accompagna la raccolta di numerosi dati (i Big Data) che “nutrono” avanzati sistemi di supporto decisionale (gli ‘analytics’)”.

Alla luce di queste valutazioni i pensieri visionari non sembrano parlare di una realtà poi tanto lontana ed è chiaro che se una nazione o, peggio, un continente resteranno troppo indietro, si perderanno punti importanti nello sviluppo e nel rilancio di un comparto industriale innovativo. Di certo questa crescita tecnologica si scontra, non tanto con l’evoluzione culturale che sta progredendo indipendentemente dai tempi regolatori e infrastrutturali, ma con l’elemento hardware.

È di pochi giorni fa la segnalazione di Adiconsum per cui la stazione di ricarica per auto elettriche alla barriera di Roma Sud della A1 è ultimata, ma non ancora operativa.

Non è questa l’unica e sola colonnina di ricarica romana, ce ne sono diverse che funzionano, ma stiamo comunque parlando della Capitale di Italia, città che, ci si aspetta, sia in grado di certificare l’avanzamento tecnologico del Paese.

Quindi, mentre c’è chi propone una rete di ricarica sulla rete viaria nazionale, lo abbiamo fatto anche noi in un evento dedicato proprio alla mobilità ed alla proposta di sinergia tra il classico sistema di approvvigionamento e il nuovo, c’è chi cerca di avviare almeno un progetto di micro rete di ricarica.

Innegabilmente il futuro va in questa direzione, dobbiamo solo cogliere la spinta gusta per essere in pista con tutto il nostro grande e riconosciuto know how, tecnologico e non. Forse una sola settimana per la promozione della mobilità sostenibile non basta.

 

 

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.