Isole minori: produzione da FER sotto il 4%. Zanchini (Legambiente): “Serve una cabina di regia nazionale”

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L’energia consumata sulle isole minori è prodotta solo per il 4% da rinnovabili, mentre la media dell’Italia è del 35%. Le prestazioni delle isole sono deficitarie anche per quanto riguarda la raccolta differenziata, dove si registra una media del 18%, e per la promozione della mobilità sostenibile, con esempi sporadici di incentivazione del trasporto pubblico ed elettrico e del bike sharing. È il quadro emerso dal dossier “Isole sostenibili” di Legambiente, presentato oggi a Rispescia (Grosseto) nel corso di Festambiente, festival nazionale dell’associazione ambientalista.

I dati del report di Legambiente

Il report vuole raccontare i percorsi di sviluppo perseguiti sulle 20 isole minori italiane e aiutare a comprendere quali opportunità esistono per incentivare una rivoluzione green su 4 temi chiave: energia, acqua, economia circolare e mobilità. In particolare, come si evince dalla tabella seguente, i numeri dell’installato delle rinnovabili sono molto bassi.

  Solare termico Solare fotovoltaico Biomasse
Capri 92,15 m2 11,9 kW 32,3 kWt

Anacapri

25,94 m2    

Ustica

  29,33 kW (5 impianti privati)  
Pantelleria   470 kW (69 impianti; impianto a concentrazione da 89 kW in aeroporto)  
Capraia     2,388 kWe

Anche nella raccolta differenziata le attività finora promosse risultano insufficienti: la media è del 18% con picchi positivi a Capri (56%) e a Pantelleria (45%) e “preoccupanti” a Favignana (19%) e Lipari (13%) (dati Ispra e Comieco). Sul fronte della mobilità le isole stanno cercando di promuovere iniziative legate ai carburanti alternativi: a Capri, ad esempio, sono attive 3 navette elettriche e un servizio di bike sharing gratuito per i turisti in tre diverse zone del porto. Grande attenzione poi alle nuove costruzioni: sull’Isola di Capraia si punta all’innovazione nei regolamenti edilizi con più sfidanti obiettivi per la bioedilizia e la permeabilità dei suoli e con l’incentivazione della costruzione di tetti verdi.

I nodi da sanare

Diversi i ritardi da recuperare, in particolare per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche e la depurazione. Drammatico è il ritardo sulla depurazione delle acque: solo sei isole ne sono dotate – Tremiti, Capri, Lipari, Pantelleria, Ustica, Ventotene e Vulcano – e Legambiente definisce la situazione “vergognosa” e impattante “sulla stessa appetibilità turistica dell’isola”. A Favignana, Isola del Giglio, Lampedusa, Linosa, Lipari, Pantelleria, Ustica, Capraia e Vulcano è diffuso l’uso di dissalatori che, però, spesso non riescono a coprire il fabbisogno della popolazione: sulle isole siciliane la fornitura d’acqua arriva con navi cisterna a fronte di un importante impatto ambientale ed economico.

Una cabina di regia per superare gli ostacoli burocratici

Le condizioni per realizzare un cambiamento sulle isole “ci sono tutte”, commenta in nota stampa Edoardo Zanchini, Vicepresidente dell’Associazione, ma occorre puntare su “un modello energetico 100% rinnovabile”, che scalzi “quello attuale inquinante e costosissimo”, realizzare “un modello virtuoso di gestione delle risorse idriche” e “spingere la raccolta differenziata dei rifiuti e il recupero dell’organico per la raccolta di produzione di compost sull’isola”.

Come emerso anche nel servizio realizzato sull’Isola del Giglio, le difficoltà incontrate nell’installazione di nuovi impianti alimentati da fonti rinnovabili sono di tipo burocratico. Per superare i “veti che oggi esistono per gli impianti solari ed eolici”, suggerisce Zanchini, “è necessaria una cabina di regia nazionale” che aiuti le isole a sbloccare “gli interventi nelle fonti rinnovabili e nella depurazione”.

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