Edifici intelligenti elementi facilitatori della transizione ecologica e digitale

I lavori dello Smart building Alliance, summit for territories che si sta svolgendo a Roma

Servirebbero pochi sensori molto economici distribuiti negli stabili, per trasformarli in edifici intelligenti in grado di aiutare e assistere sia nelle esigenze base delle persone sia nel fornire un sistema di sicurezza evoluto.

Ad esempio contro gli incendi, ma anche per ottimizzare l’efficienza dei consumi energetici.

Per farlo è necessaria una connessione stabile con la rete e con la città intelligente ma anche con chiunque volesse offrire servizi innovativi.

Ernesto Santini, vicepresidente Smart Buildings Alliance for Smart Cities nel corso dello Smart building Alliance,
Ernesto Santini, vicepresidente Smart Buildings Alliance for Smart Cities nel corso dello Smart building Alliance,

“Passiamo più dell’80% del tempo della nostra vita dentro ad edifici. Questo fa si che l’edificio possa rappresentare un ottimo strumento per mettere in rete le persone” rimarca Ernesto Santini, vicepresidente Smart Buildings Alliance for Smart Cities nel corso dello Smart building Alliance, summit for territories che si sta svolgendo a Roma il 26 ottobre.

Per farlo il primo passo è avere dei sistemi che siano certificati. Su questo c’è già uno strumento. Si tratta del testo unico dell’edilizia, 164/2014 art 135 bis, che si riferisce agli edifici nuovi e ristrutturati ed è supportato da una guida tecnica dl CEI.

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“Si tratta di tutto un mercato da sviluppare. Di circa 45 milioni di connessioni“.
Ad oggi sottolinea Santini, mancano infrastrutture sia nelle strade che negli edifici. Difatti è necessario agire affinché queste siano adeguate al cambiamento tecnologico. “Pensiamo alla necessità di effettuare un rifacimento delle colonne montanti di energia. E’ tutto un lavoro da fare e per cui ci sono i fondi,, o quanto meno c’erano perché sono spese che abbiamo pagato nelle nostre bollette.” 

Il ruolo dell’edge computing per la gestione degli edifici intelligenti

Un ulteriore sviluppo degli edifici intelligenti bisogna guardare anche alle opportunità date dalle comunità energetiche, dagli UVAM e dagli storage. Queste vanno progettati e pensati nella ristrutturazione edilizia come nelle nuove costruzioni.

Di fatto per ottimizzare i vantaggi delle comunità energetiche diventa necessario un sistema di software in grado di avvisare quando consumare l’energia prodotta in eccesso. Per questo la progettazione degli edifici e le ristrutturazioni devono guardare a questa opportunità in tutta la sua interezza. Altro contesto da tenere in considerazione la possibilità di collegarsi se in possesso di una centralina con degli UVAM, sistemi di bilanciamento virtuale.

Si tratta di contesti nuovi e poco considerati, sottolinea Antonio Sacchetti, Smart Buildings Alliance. “Guardando a questo contesto stiamo lavorando a sistemi di edge computing“. Si tratta di una distribuzione capillare di potenza di calcolo per ridurre le latenze e aumentare la resilienza, garantendo sicurezza e riducendo il traffico dati.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.