La Difesa pensa all’ambiente e promuove l’efficienza energetica nelle sue strutture. Si chiama “Caserme Verdi per l’Esercito” ed è il piano con cui lo Stato Maggiore dell’Esercito intende ripensare i suoi beni immobili e i terreni circostanti, presentato lo scorso 3 luglio presso l’Auditorium Andreatta del Centro alti sudi per la difesa a Roma

Un’opportunità per migliorare la qualità della vita all’interno delle caserme, riducendo l’impatto ambientale degli edifici e migliorandone la sicurezza, come ha sottolineato il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, che ha aperto i lavori insieme al Ministro della Difesa, la Dott.ssa Elisabetta Trenta. Farina ha infatti evidenziato come una grande spinta a un processo di efficientamento l’abbia avuta il giorno del crollo del ponte Morandi a Genova. “Ho deciso che assolutamente si doveva andare avanti. Non voglio che ci cadano le caserme addosso”. Il tempismo e la fermezza non mancano al Generale Farina che spiega come la macchina sia partita: “Siamo già a lavoro in tutte le parti d’Italia. La prossima settimana saremo a Milano per un confronto con le istituzioni”; sottolineando come l’intento progettuale sia chiaro: “Strutture semplici ma con standard adeguati”.

Si tratta di un piano ventennale che guarda con interesse al concetto di smart city e di integrazione nel territorio per quello che è uno dei patrimoni immobiliari pubblici tra i più estesi. Presente anche il direttore dell’Agenzia di Coesione territoriale, Antonio Caponetto, che ha evidenziato come il suo Istituto abbia “l’obiettivo di superare i divari territoriali del nostro Paese. Per questo stiamo collaborando con l’Amministrazione e la Difesa”, proposta come “partner della coesione” sul territorio, considerata anche la “capacità gestionale e attuativa” e la conoscenza delle aree di interesse intrinseca nella sua natura militare”. L’auspicio è anche per una voce nei fondi comunitari post 2020 a favore degli “investimenti sul riuso del patrimonio pubblico”.

La strategia energetica della Difesa guarda allo smart district

Una sfida, quella dell’efficienza energetica, che la Difesa vuole cogliere per “essere virtuosi nella PA e affrontare la transizione energetica”, come spiega il Generale ispettore Francesco Maurizio Noto, direttore della struttura di progetto energia del Ministero della Difesa. Noto, in particolare, ha illustrato la strategia energetica del comparto, in approvazione in questi giorni. Una progettazione smart che guarda all’efficienza, alla posizione delle infrastrutture fisiche e alla cybesecurity. Lo sguardo è rivolto alla realizzazione degli smart district militari, interconnessi tra loro. Una scelta che oltre alla sicurezza guarda anche ai costi, visto che solo le spese energetiche rappresentano il 12% delle voci sul bilancio del comparto.

Riallocazione come strategia di abbattimento dei costi

Tra le strategie di realizzazione, considerato la spesa complessiva consistente, la Difesa sta guardando oltre ai fondi europei, anche all’opportunità di “riallocazione” degli spazi e di condivisione con la cittadinanza. È il caso di alcuni impianti sportivi citati nel corso della giornata e di alcuni cambi di destinazione d’uso. Esemplificativo l’esempio di Malpensa in cui l’area militare verrà ceduta al limitrofo aeroporto e in cambio saranno realizzati più di 100 posti letto alla Cecchignola di Roma, come spiega il Brigadiere generale Giancarlo Gambardella, direttore della task force dismissioni immobili del Ministero della Difesa.

Apprezzamenti del piano

Un piano che nel suo complesso raccoglie il favore anche del sottosegretario alla Difesa Raffaele Volpi, che ne apprezza l’intenzione di “ibridare” luoghi e funzioni tra esercito e civili ed esprime un interesse a procedere negli investimenti ancora non allocati. Ricorda però come nelle progettualità si debba tener conto “delle attuali necessità del Paese”, nell’ottica di non fare “solo un’azione economica ma anche di politica sociale”. Dunque, conclude Volpi, “serve vedere cose belle. Bisogna dare dimostrazione che la Forza Armata è segno di avanguardia per l’Italia. Spero che dopo ‘Caserme verdi’ si possa parlare nei prossimi anni di Caserme Tricolore”.

Le caserme oggetto di intervento

Le caserme designate per avviare il processo di ammodernamento sono state 26, con la conseguente riduzione delle caserme attive. L’intento è anche aumentare l’integrazione sociale attraverso l’apertura delle aree dedicate ad asili, impianti sportivi e spazi per il tempo libero della popolazione civile residente nelle zone contermini.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.