Car sharing: “incubatore” prediletto della mobilità elettrica

Il perché in 5 punti riportati nel Libro Bianco di car2go

Shutterstock 133834361Il carsharing elettrico favorisce lo sviluppo della e-mobility per cinque motivi, come rilevato nel Libro Bianco pubblicato da car2go.

Infrastruttura di ricarica

Innanzitutto, aiuta “le città a risolvere l’annosa questione inerente lo sviluppo di un’appropriata infrastruttura di ricarica”, ha spiegato al Future Mobility Summit di Berlino il CEO dell’operatore di car sharing a flusso libero Olivier Reppert. Il servizio di condivisione delle auto consente di individuare il posizionamento ottimale delle stazioni di ricarica incrociando i dati raccolti sul flusso del traffico cittadino e sul comportamento dei clienti. E la diffusione del servizio di sharing in parallelo con l’implementazione dell’infrastruttura favorisce lo sfruttamento ragionato dei nodi “di rifornimento”.

Esemplare in questo caso la città di Amburgo: l’accordo siglato a maggio 2017 tra il Comune e Daimler AG, società del gruppo car2go, prevede che in città siano 1.000 le stazioni di ricarica pubbliche e 150 le stazioni dedicate riservate ai veicoli elettrici entro il 2019. Daimler, dal canto suo, si occuperà di elettrificare 400 veicoli del servizio di sharing sempre entro il prossimo anno.

Scetticismo del guidatore

“Il carsharing completamente elettrico rappresenta un ambiente di collaudo ottimale per le auto elettriche – si legge in nota stampa – La tecnologia è sottoposta alla massima sollecitazione e dimostra la sua idoneità per l’uso quotidiano in condizioni reali”. Sfruttando il principio dell’imparare guidando vengono abbassate le riserve dell’utente finale verso l’e-mobility.

Uso intenso e continuato

Il servizio di condivisione del veicolo rappresenta secondo car2go il banco di prova migliore per testare le prestazioni della mobilità elettrica, anche “sotto sforzo”. Alcuni mezzivelettrici dell’operatore di sharing vengono noleggiati fino a 15 volte al giorno e forniscono numerosi dati e informazioni. In particolare, sulla prestazione della batteria, vero tallone d’Achille per lo sviluppo della mobilità elettrica su larga scala. Attraverso il posizionamento ragionato di sensori della temperatura sulla batteria è possibile calibrarne i tempi di ricarica, influenzandone le prestazioni finali. Registrare le eventuali oscillazioni nei cicli di ricarica e di guida consentirebbe di evitare danni alla batteria e di progettarne di più performanti.

Qualità dell’aria

“La mobilità elettrica e il car sharing perseguono entrambi lo stesso obiettivo strategico: rendere le città un posto più pulito e migliore in cui vivere”, prosegue il Libro Bianco.

Mobilità del futuro

“Dal nostro punto di vista, la guida completamente elettrica è un’interazione di diversi elementi: dalla batteria all’esperienza del cliente, dalla rete elettrica all’infrastruttura di ricarica”, si precisa in nota. Le informazioni così acquisite sono utili al “sistema globale della mobilità elettrica”: fornitori di energia, operatori di rete, produttori di batterie, istituti di ricerca e utenti finali. Certo è che per l’implementazione di approcci e progetti innovativi il requisito fondamentale è la continuità nel servizio e nella sperimentazione.

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