Cambiare auto, una scelta sempre più difficile

Il punto all’assemblea di Unione Petrolifera

La mobilità deve cambiare ma su più fronti. Non basta interrompere il traffico in alcune zone, serve una politica di sistema che spinga utenti e Pmi a sostituire i propri veicoli, come è fondamentale una regia nazionale che ottimizzi gli sforzi e metta in moto sinergie tra regioni. Questo è quanto hanno affermato stakeholders presenti all’assemblea annuale di Unione Petrolifera.

Soprattutto non è produttivo per nessuno, spaventare il consumatore sull’assenza di una tecnologia pulita e certa. Bisogna guardare ala mobilità con occhi diversi, altrimenti, come sottolinea Marina Barbanti Direttore Generale di Unione Petrolifera, congeliamo anche la possibilità che, chi sia intenzionato, cambi la propria auto, timoroso di non poter più circolare di lì a pochi anni e impossibilitato, per costi o per mancanza di una infrastruttura che gli dia fiducia ad acquisire un mezzo elettrico. Il DG dell’associazione, inoltre, sottolinea come il tema non sia solo diesel vs elettrico, come a volte viene semplificato su più tavoli, ma la sostituzione dei parchi auto esistenti e datati: serve un confronto tra tecnologie.

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Una strategia che ha spinto a far crescere gli acquisti in benzina, come indicato da Gianmarco Giorda Direttore Generale ANFIA, che ha provocato un aumento di emissioni di CO2 ponendo alcuni quesiti su obbiettivi clima e strategie di sistema.

Serve una visione politica di medio lungo termine e una strategia nazionale che travalichi confini e competenze delle singole realtà urbane, per dirla con le parole del Presidente dellAnci Enzo Biancole microparticelle non si fermano tra città e città” e quanto stabilisce l’Emilia Romagna può perdere di efficacia se non si guarda alle regioni limitrofe.

Il ruolo dell’informazione verso i cittadini

Insomma serve una attenzione all’utente finale che sia volta a una corretta informazione. Come c’è bisogno di una politica che favorisca il passaggio a mezzi più ecologici senza terrorizzare rispetto a tecnologie note, ventilando abbandoni radicali. “Non posso chiudere agli Euro3 l’accesso nei centri se prima non ho favorito il tessuto industriale della zona a implementare nuovi mezzi – come sottolinea l’Assessore Sviluppo economico ed energia della Regione Veneto, Roberto Marcato – altrimenti cancello il tessuto industriale”.

Che l’inquinamento danneggi la salute del cittadino è innegabile, che non sia solo la mobilità il problema anche, ma una misura va trovata. Almeno per cominciare. Intanto iniziavamo a guardare con fiducia al rinnovo del parco auto, azione verso cui il car sharing e il noleggio a lungo termine si stanno dimostrando risposte messe in atto dal basso (i numeri sono sempre più in crescita) che almeno aiutano a contenere l’inquinamento.
Chissà che questo non accada, e ci porti in città più pulite prima di quanto ci aspettiamo.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.