Auto elettriche scende il numero di immatricolazioni in Italia

Il report del Politecnico di Milano

L’Italia è in controtendenza rispetto alla diffusione delle auto elettriche. A livello internazionale le immatricolazioni crescono. A guidare la crescita delle immatricolazioni in Europa come numeri abbiamo la Germania con oltre 820.000 unità, seguita da Regno Unito (quasi 370.000) e Francia (330.000). Nella crescita percentuale è prima la Norvegia (quasi il 90% delle nuove immatricolazioni sono elettriche), Svezia (56%) e Danimarca (39%).

In Italia il trend è in calo con un -15% rispetto al 2021, mentre le prospettive di mercato attese da punto di vista degli operatori in Italia sono in linea o addirittura più ottimiste rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dal report 2023 dell’Osservatorio Smart Mobility dell’Energy&Strategy, School of Management Politecnico di Milano.

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L’incremento maggiore si è verificato in Cina (+82% rispetto al 2021), poi in USA (+51%) e in Europa (+15%), dove il numero complessivo di BEV e PHEV ha visto un tasso di aumento medio annuale del 70% dal 2018 al 2022, facendo passare la percentuale di immatricolazioni elettriche, sul totale, dal 2,5% al 22,9% in 4 anni (trend destinato a confermarsi nel 2023); al contrario, in Italia non si arriva nemmeno al 9%.

“Questo conferma che gli operatori del settore hanno puntato e tuttora puntano forte su questo trend” commenta Simone Franzò, responsabile dell’Osservatorio Smart Mobility. “Il punto di caduta su cui il Paese atterrerà nei prossimi anni dipenderà in primo luogo dalla capacità del policy maker, comunitario e nazionale, di disegnare un contesto normativo favorevole, ma anche dal contributo che verrà dagli acquirenti di mezzi elettrici, chiamati a cambiare le loro abitudini di utilizzo di un veicolo”.

Il rincaro delle materie prime evidenzia il report ha avuto ripercussioni negative sui prezzi di vendita dei veicoli elettrici. Sono aumentati i costi energetici e dei mezzi in sè e per sé.

Infrastrutture di ricarica

Non c’è mobilità elettrica senza le adeguate infrastrutture. Per questo è fondamentale monitorare anche l’andamento della disponibilità di colonnine di ricarica.

In questo caso il trend è in crescita anche in Italia (+44%) mentre in Europa la media è +33%.  In Europa, l’86% di colonnine è di tipo “normal charge” (+29% rispetto al 2021) e il resto di tipo “fast charge” (+63% rispetto al 2021).

In Italia abbiamo raggiunto i quasi 40.000 punti di ricarica ad accesso pubblico a fine 2022, di cui l’85% “normal charge” (+41% rispetto al 2021) e il resto “fast charge” (+57%). I punti di ricarica ad accesso privato invece sono +170%.

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I punti di ricarica in Italia (2018-2022). (Fonti: rielaborazione Energy & Strategy su dati Eco-movement, ENEA)

L’ andamento dell’offerta di veicoli elettrici in Italia

Cresce l’offerta di veicoli elettrici in Italia full-electric (+31%) in media con un’autonomia superiore del 20% rispetto a quelli del triennio precedente (possono percorrere oltre 350 km). I tempi di ricarica scendono a circa min/100 km (-35%): la maggioranza è abilitata alla ricarica in DC con potenza maggiore di 75 kW, un terzo a quella ultra-fast, più di 150 kW.

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Come si sceglie di acquistare un veicolo elettrico

Un’indagine demoscopica condotta su circa 1.000 utilizzatori di auto elettriche ha evidenziato come per il 53% i mezzi elettrici hanno un impatto ambientale positivo di questi veicoli come una spinta decisiva alla scelta, mentre per il 33% sono determinanti gli incentivi all’uso e il costo iniziale (30%) dell’auto.

Le principali barriere all’utilizzo sono:

  • scarsa capillarità sul territorio delle stazioni di ricarica (insufficiente per il 36% degli intervistati),
  • il prezzo dei veicoli,
  • gli eccessivi tempi di ricarica considerate dal 24% non è compatibile con le proprie esigenze
  • il costo stesso della ricarica.

Inoltre i tre quarti degli intervistati (78%) abbiano acquistato il proprio veicolo usufruendo di incentivi – a partire dall’Ecobonus (80%), ma anche incentivi regionali, 29%, o provinciali, 17% – e chi non l’ha fatto è perché o non ne conosceva l’esistenza (45%) o perché ambiva a modelli non incentivati (41%); solo il 6% è rimasto escluso a causa dell’esaurimento dei fondi.

Rispetto alle modalità di ricarica la maggioranza è di tipo domestico in quanto un terzo dei possessori considera le colonnine pubbliche troppo costose.

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Rispetto al prezzo d’acquisto ancora alto, pesa per circa il 70% sul TCO di un veicolo elettrico contro il 35-50% di uno tradizionale.

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