Sistema idrico italiano necessario superare il modello frammentato

Il dibattito, promosso da Bain & Company in collaborazione con Comin & Partners a Roma

Il sistema idrico italiano è fragile a causa anche di periodi di stress e inefficienze lungo l’intera filiera. Su questo l’ultimo dibattito, promosso da Bain & Company in collaborazione con Comin & Partners a Roma, che ha interessato diverse aziende del settore.

Si tratta di un settore complesso e frammentato messo a dura prova anche dalla crisi climatica.

Per far fronte al crescente deficit idrico, secondo Bain  & Company è necessario un incremento di investimenti pari a circa 60 miliardi di euro.

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È cruciale sviluppare una vera e propria Strategia Idrica Nazionale, ripensare il market design per gestire la pianificazione e l’allocazione delle risorse attraverso un’analisi strutturata del bilancio fonti-impieghi per bacino sottolinea Roberto Prioreschi, SEMEA Regional Managing Partner di Bain & Company. “Flessibilità del sistema, incremento delle fonti di approvvigionamento e riduzione dei consumi supportata da soluzioni tecnologiche come l’applicazione della Generative AI, sono gli elementi chiave su cui concentrare gli sforzi per rispondere al Trilemma del settore Idrico, ossia circolarità, security of supply ed economicità” conclude.

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Nel breve termine invece si possono applicare quattro azioni pratiche, secondo Davide Iorio, Partner e responsabile del Center of Excellence Water di Bain & Company l’estensione della governance regolatoria sui consumi totali dei distretti idrografici, ad esempio attraverso un ruolo più incisivo dell’autority. Poi, l’introduzione di contratti standard, con un modello per gestione e investimenti iso-Consip e l’adozione di nuove fonti e tecnologie; ad esempio, sistemi di irrigazione smart e dissalatori. Infine, la promozione della circolarità attraverso l’adozione di meccanismi di riuso sostenuti da certificati blu” .

I punti messi a fuoco dalla giornata sono:

  • le perdite superano il doppio della media dell’UE
  • i consumi pro-capite superano la media dell’UE del 35%
  • solo il 5% dell’acqua depurata è destinato al riutilizzo, rispetto al 20% della media dell’UE
  • il prezzo dell’acqua potabile è del 30% inferiore rispetto alla media UE e le tariffe di autoprelievo agricolo/industriale (ca. 0,04 €/m3) sono inadeguate a stimolare comportamenti virtuosi di consumo,
  • eterogeneità tra i 7 bacini idrografici e i ricorrenti picchi stagionali, sono i principali problemi da affrontare.

Il comparto agricolo rappresenta il 55% dei consumi, il settore industriale il 25%, mentre il comparto civile pesa solo per il 20%. Il distretto Padano risulta essere il più critico, con precipitazioni insufficienti a coprire i consumi finali e il deflusso ecologico del bacino.

La sinergia tra energia e servizio idrico integrato

Necessario secondo gli esperti dell’azienda di consulenza “Intervenire nel meccanismo energy-water nexus. Avviando dei meccanismi innovativi per il rinnovo delle concessioni idroelettriche. Questo permetterebbe “di accedere velocemente a risorse per oltre 15 Miliardi di euro destinate ad incrementare la capacità di stoccaggio. Dall’altro, lo sviluppo di una piattaforma PPA-Rinnovabili sosterrebbe la decarbonizzazione dei consumi energetici per 8 TWh/anno, stabilizzandone il costo e facilitando la transizione ecologica del Paese” conclude Luigi Corleto, Partner di Bain & Company.

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