Si torna a parlare dell’atomo fuggente

Il report della Banca di Italia sui costi del nucleare commentati dalla deputata M5s Pavanelli

Si torna a parlare do “L’atomo fuggente: analisi di un possibile ritorno al nucleare in Italia”, lo studio a cura di Luciano Lavecchia e Alessandra Pasquini ricercatori di Banca di Italia che con il paper 947 assestano un duro colpo alle prospettive ottimistiche dell’attuale Governo,  e non solo, sull’energia nucleare.

A farlo è la deputata Emma Pavanelli, capogruppo M5S in commissione Attività produttive. La deputata in una nota commenta come il rapporto 947 sia una “sberla” al nucleare.

costi impianti nucleari iea 2025

A pesare anche i costi che vedono la tecnologia bisognosa di “pesanti sussidi pubblici” prosegue la Pavanelli senza i quali “una nuova filiera nucleare non partirebbe mai e anche se partisse, le imprese elettriche si troverebbero con bilanci sotto pressione, a causa di progetti immensi, con tempi lunghissimi, costi fuori controllo e dai ritorni incerti”.

“Una propaganda pericolosa, visto che il rischio vero è che le grandi opere nucleari cannibalizzeranno investimenti urgenti e già attesi su fonti rinnovabili, efficienza energetica e reti locali a tutto vantaggio delle lobby, senza la minima trasparenza sui costi reali e sui rischi finanziari per aziende e consumatori. Una propaganda anche folle dal momento che non si capisce come mai questa maggioranza di governo abbia deciso di non prendere in considerazione alternative concrete come le rinnovabili, che già oggi sono più economiche, veloci da installare, capaci di creare occupazione diffusa e indipendenza energetica vera. E allora qualcuno ci spieghi la logica dietro una simile volontà, visto che ogni euro buttato nel pozzo senza fondo del nucleare è un euro sottratto a un futuro più giusto, sicuro e sostenibile” conclude la deputata.

Insomma 947 potrebbe diventare il “numero della sfortuna” per chi intente investire in questa tecnologia, eppure si tratta di annotazioni tutte già ampliamente discusse sui tavoli che contano. Lo stesso Ministro Pichetto in una audizione ha sottolineato come l’intento del Governo sia aprire “tenere aperte tutte le possibilità”. Ciò che pesa del report è soprattutto la fonte: Banca di Italia che di fazionismo non dovrebbe essere tacciata.

Dubbi e punti di forza del nucleare visti “dall’atomo fuggente”

La ripresa della produzione elettronucleare secondo il Piano nazionale energia e clima, potrebbe raggiungere a regime l’11 per cento del mix elettrico ma questo elemento avrebbe effetti limitati sul livello dei prezzi. Potrebbe invece contribuire a ridurne la volatilità. Agirebbe però come fonte di sostituzione di fonti inquinanti e fornendo la flessibilità necessaria alle fonti intermittenti.

Un prezzo che sottolinea Banca di Italia lo pagheremmo in ottica di smaltimento di scorie di prodotti che dovremmo comunque importare sia come combustibile sia come tecnologia, ma da diversi paesi rispetto le attuali “dipendenze” che in questa fase sono certamente meno geo-politicamente affini all’Italia.

Un altro elemento importante che emerge dall’analisi sono le incertezze legate alle tecnologie scelte, gran parte delle quali non sono ancora disponibili per la commercializzazione. D’altronde “negli ultimi 25 anni il primato della realizzazione degli impianti nucleari si è spostato da Europa e Nord America verso, principalmente, Cina e Russia”. Un depauperamento di conoscenze che più volte esperti imprese e università hanno chiamato in causa.

nucleare costi previsti nei paesi

Eppure l’attuale grado di sviluppo non offre ancora garanzie sulla reale concretizzazione
dei benefici. Dubbi causati anche dai ritardi nella costruzione dei pochi prototipi operativi in Russia e Cina. Per questo nel report si evidenzia l’importanza di “guardare con cautela ai tempi con i quali i nuovi reattori modulari saranno disponibili sottolineando come “tali incertezze rendono opportuno un “approccio cauto”, ricorda il report “che predisponga e promuova anche strategie alternative”.

 

 


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.