Investire nella transizione per non perdere competitività

Il richiamo alla politica del presidente nazionale Piccola Industria Confindustria Giovanni Baroni

giovanni baroni
Il presidente nazionale Piccola Industria Confindustria Giovanni Baroni

Servono idee chiare e direttive certe per poter investire e non fermarsi sotto lo tsunami della crisi energetica e politica in corso. Questo il richiamo del presidente nazionale Piccola Industria Confindustria Giovanni Baroni. “Ci sono sfide di lungo periodo e sfide strutturali e congiunturali che stanno affrontando tutte le imprese” spiega a Canale Energia Baroni. “Le sfide congiunturali sono legate al caro energia che sta sostanzialmente cambiando gli equilibri dei modelli di business che abbiamo conosciuto negli ultimi anni. La voce energia sta diventando sempre più importante come spesa per le aziende e arriva a pregiudicarne la competitività”

Il tema è garantire la liquidità delle imprese che invece si stanno indebitando senza poter investire con cognizione di causa in uno scenario sempre più variabile, “perché manca una linea chiara neanche a livello europeo. Ma siamo in un momento di grandi transizioni come quella digitale e quella ambientale. E le grandi transizioni richiedono investimenti per non venire fagocitati”.

Uno stop questo che si respira dalla politica a partire dalla manovra finanziaria che non vede grossi investimenti in ricerca sviluppo per le imprese,. Una scelta che sorprende come spiega Baroni “Il 2022 è stato un anno che nel complesso sta mostrando ottime performance dell’industria italiana. Quindi le risorse per effettuare investimenti ci sono tutte, mentre la propensione al rischio degli investitori fa sì che si sviluppa una frenata degli investimenti che ritarderà inevitabilmente il processo di transizione. Le aziende che prima investivano ora si sono fermate e questo va a discapito del sistema Paese”.

Trasporti e neutralità tecnologica, come scegliere dove investire

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Emblematico il caso dei trasporti. “Dovevamo switchare il trasporto pubblico a metano, faccio questo esempio dato che è anche il settore di cui mi occupo come azienda” spiega Baroni che è presidente di X3Energy, gruppo dall’approccio olistico in ambito energia e che spazia dai trasporti al fotovoltaico, al solare termico alle biomasse. “L’arresto degli investimenti sul metano a favore dell’auto elettrica e della mobilità elettrica sta creando due problemi: il primo che stiamo rallentando una transizione verso dei mezzi meno inquinanti di per se già disponibili e possibili da usare anche con il biometano. Il secondo è che stiamo smantellando una struttura industriale che c’è e che verrà invece ricostruita, difficilmente dai protagonisti italiani,  in altre parti del mondo dove questo vettore energetico sarà utilizzato. Si parla di una filiera di 70mila posti di lavoro a cui va aggiunto tutto l’indotto” rimarca il presidente nazionale Piccola Industria Confindustria.

Di fatto Baroni denuncia una “dittatura tecnologica dell’elettrico” rimarcando invece che “se l’obiettivo era decarbonizzare c’erano altre tecnologie come il metano che hanno già una loro infrastruttura. Rischiamo di perdere dei pezzi di manifattura per non ottenere un risultato ambientale”. Inoltre giusto per guardare alla cronaca Baroni ricorda che “oggi in Italia sono esplosi gli acquisti del Gpl, perché ha un costo basso, completivo e i mezzi costano poco. Anche qui stiamo andando verso una tecnologia che non riduce le emissioni”. Insomma la traiettoria sembra in salita e certamente lontana dalla transizione ecologica voluta, almeno nei target, dall’Europa.

Leggi anche: Più efficienza di imprese e sistema Paese contro la crisi energetica

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.