raffineria
foto Pixabay

In seguito al crescente consumo di petrolio e alla crescita economica probabilmente l’India ospiterà 85 progetti di raffinerie di petrolio greggio. Numero che rappresenta circa il 52% dei progetti di nuove raffinerie in Asia per il periodo compreso tra il 2021 e il 2025. A sostenerlo la società di analisi GlobalData nel rapporto “Global crude oil refinery projects outlook, 2021-2025”.

Per la maggior parte si tratterà di ampliamenti di progetti esistenti

L’ultimo studio rivela che degli 85 progetti due sono di nuova costruzione e 83 rappresentano ampliamenti di siti esistenti. Nel Paese, 44 progetti sono in fase di approvazione e probabilmente entreranno in funzione tra il 2021 e il 2025.

Bhargavi Gandham, analista oil&gas di GlobalData, commenta in una nota stampa: “L’India, essendo uno dei principali consumatori di prodotti petroliferi al mondo, continua ad aggiungere una notevole capacità di raffinazione per soddisfare la domanda in continua crescita. Nel luglio 2021, l’India ha approvato il 100% di investimenti diretti esteri nelle raffinerie di proprietà del governo per facilitare la privatizzazione di Bharat Petroleum Corporation, uno dei principali raffinatori del Paese”.

I due progetti di nuova costruzione

I due progetti di nuova costruzione, che dovrebbero entrare in funzione entro il 2025, sono Barmer e Nagapattinam II, ciascuno con una capacità di 180 mila barili al giorno.

I progetti di espansione

Il progetto di Cdu di Vadinar, che dovrebbe essere operativo nel 2024, è centrale: avrà una capacità di raffinazione di 515mila barili al giorno. Il costo per realizzare il sito è stimato in un miliardo di dollari. L’operatore è Nayara energy e Rosneft e Trafigura Group detengono quote importanti: rispettivamente il 49,1% e il 24,1% del capitale.

C’è poi il sito di Cdu di Panipat, con una capacità di raffinazione di 200mila barili al giorno e un costo di 346 milioni di dollari. In questo caso, la Indian Oil Corp è sia l’operatore che il detentore del 100% delle azioni del progetto. Anche in questo caso l’entrata in funzione è prevista per il 2024. 

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