Contrastare la povertà energetica, il quadro europeo

Il dibattito in corso al Right to Energy forum, 21-24 febbraio a Bruxelles

  • Alla crescita di fatturato delle compagnie dell’Oil e gas, nel corso della crisi energetica dell’ultimo anno, è corrisposta la crescita delle persone a rischio a rischio di povertà energetica
  • E’ necessario che l’Europa emetta delle policy e favorisca la crescita di strumenti per  contrastare la povertà energetica e favorire una transizione energetica solidale
Exon
Gli eccessi di profitto delle compagnie petrolifere. Dati presentati da Sarah Biernam Becker di Global Witness

Il 2022 è stato caratterizzato da una crescita di profitti per le 5 maggiori compagnie di oil and gas di 4 trilioni. Una crescita a cui è corrisposto solo un 3% di investimenti in rinnovabili nel 2021 per la transizione energetica.

Un costo che ha portato una riduzione complessiva dell’accesso all’energia nei paesi sviluppati e che vede crescere la necessità di contrastare la povertà energetica. Difatti nel 2022 sono 71 milioni di persone a rischio di povertà nei paesi sviluppati. E’ quanto emerge da un’analisi a cura di Global witness presentata nel corso del Right to energy forum (21-24 febbraio a Bruxelles).

Costi sostenuti dai Governi europei per contrastare la povertà energetica
Costi sostenuti dai Governi europei per contrastare la povertà energetica. Presentati da Sarah Biernam Becker di Global Witness

Già prima di questa crisi una persona su quattro, quindi più di 50 milioni di individui, sul suolo europeo non poteva agevolmente permettersi di pagare i costi di raffreddamento o riscaldamento.

Chi sono i poveri energetici

Per quanto manchi un profilo condiviso a livello europeo di chi sia un povero energetico è evidente che si tratta di persone tra i più marginalizzati: anziani, famiglie monoreddito, lavoratori precari, donne o persone di genere non conforme. Spiega un report di Friends of the Earth Europe.

Soluzioni per contrastare la povertà energetica

Secondo Global Witness sono tre le strade a cui deve guardare l’Europa per contrastare il fenomeno:

  • aiuti economici mirati per aiutare i più vulnerabili
  • assicurarsi che chi inquini paghi senza guadagnare da situazioni emergenziali
  • interrompere la crescita delle infrastrutture legate all’Oil and gas; avviare la dismissione delle infrastrutture esistenti ed investire in rinnovabili

Uno scenario che vede giocare un ruolo strategico alle comunità energetiche, come evidenzia il report di Friend of Earth Europe. Queste difatti rappresentano un’alternativa di alimentazione energetica per le persone in difficoltà. Una scelta che vede il plauso dei cittadini europei.

Da una recente indagine condotta da ECF e YouGov emerge come:

  • l’86% dei cittadini europei supporterebbe progetti di eolico e solare vicino a loro.
  • Il 79% invece vorrebbe che i rispettivi governi provvedessero a dare maggiori fondi alle comunità per sviluppare la propria energia rinnovabile.
  • Il 61% entrerebbe a far parte di una cooperativa energetica se fatta in loro prossimità.

Nel complesso le comunità energetiche rappresentano una opportunità per ridurre il fenomeno della povertà energetica perché agiscono su più livelli, come spiegano nel loro report gli Friends of Earth Europe. Sono difatti uno strumento in grado di raggiungere le case dei poveri energetici arrivando alle relazioni dei condomini. Inoltre sono uno strumento uno strumento abilitante per avviare anche dei processi di efficienza energetica e risparmio energetico. Infine tra le motivazioni per cui le comunità energetiche possono aiutare a contrastare il fenomeno è l’abbattimento dei costi dell’energia.

Come favorire la crescita delle comunità energetiche

Per favorire la crescita delle comunità energetiche è necessario secondo Friends of Earth Europe favorire l’accesso ai fondi; questioni tecniche; risolvere le diverse questioni regolatorie e amministrative. A questo si aggiunge la necessità che i diversi Stati si accertino che il disegno della comunità energetica sia uno strumento a cui i cittadini possano accedere con facilità. Per farlo è necessario anche superare la frammentazione regolatoria presente nei diversi Stati.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.