Quali effetti del Covid-19 sui consumi di energia. Il rapporto Aie

Il virus sta impattando sulla nostra vita, cambiandola forse per sempre. L’energia non si sottrae

consumi energia

Lo stravolgimento della quotidianità causato dal Coronavirus ha avuto un effetto profondo sui consumi di energia, influenzandone la produzione e gli investimenti. L’Agenzia con sede a Parigi, nel suo ultimo rapporto “Global energy review” ha approfondito gli elementi più caratterizzanti del fenomeno. Con risultati significativi: i paesi che hanno imposto un blocco totale hanno avuto un calo medio del 25% sulla domanda di energia, quelli soggetti a un blocco parziale del 18%.

I combustibili fossili

La diminuzione più forte è stata quella riservata ai carburanti petroliferi, considerata l’interruzione quasi completa delle tratte aeree, rappresentanti il 60% del consumo di combustibili: a fine aprile erano circa 4 miliardi le persone isolate, con un calo della domanda annuale di petrolio pari a 25 mb/g. La previsione di calo medio annuo pari a 9 mb/g riporterebbe il valore a quello del 2012.

La richiesta di carbone è prevista in calo dell’8% segnata da un calo della richiesta di elettricità del 5% annuo. La speranza è riposta nella ripresa delle attività in Cina, dove l’aumento del consumo potrebbe compensare, almeno in parte, la contrazione a livello globale.

Il gas, infine, graziato anche da un coinvolgimento minore delle economie dipendenti da tale combustibile, ha registrato una diminuzione del 2%. Il valore potrebbe peggiorare nel corso dell’anno a causa della diminuita richiesta di energia e delle produzioni industriali.

L’energia elettrica

Il blocco diffuso a livello planetario ha causato un crollo della richiesta di elettricità di oltre il 20% in molti paesi. L’interruzione delle attività lavorative è stata solo in parte compensata dall’aumento dei consumi di energia domestici. Questa variazione della richiesta ha favorito l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, in quanto la produzione “verde” non è influenzata dalla domanda, a danno di carbone, gas e nucleare.

Le rinnovabili e l’impatto ambientale

In coda le notizie che danno un, parziale, sollievo. La produzione di energia da fonti rinnovabili, aiutata dai limitati costi operativi e dall’accesso preferenziale a numerosi sistemi di alimentazione, è prevista in aumento, accompagnata da una contrazione di quella nucleare per il sopra riportato calo di richiesta di elettricità. Questo permetterà il sorpasso delle fonti a basso impatto sul carbone, migliorando quanto fatto nello scorso anno. Le emissioni globali di CO2 torneranno ai livelli di dieci anni fa, con un calo dell’8% pari a circa 2,6 Gt. Il valore sarebbe sei volte superiore al minimo precedente dopo la crisi del 2009, pari a 0,4 Gt e due volte maggiore del totale combinato delle precedenti diminuzioni dalla fine della II Guerra mondiale.

Fatih Birol, responsabile dell’Agenzia, giudica così i risultati dell’indagine: “il crollo storico degli investimenti globali in energia è particolarmente preoccupante, e per diverse ragioni: significa posti di lavoro e opportunità economiche perse oggi, così come perdita di offerta di energia un domani, quando potremmo continuare ad averne bisogno, una volta che l’economia si sarà ripresa. Il rallentamento degli investimenti su tecnologie chiave per lo sviluppo di forme di energia pulita rischia, anche, di minare quella transizione così necessaria verso sistemi energetici più resilienti e sostenibili”.

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