Italia e Canada vogliono fare grandi cose insieme per contribuire alla crescita dell’idrogeno all’interno del panorama energetico mondiale. Come emerso nel corso della tavola rotonda “Best Practices & Technology Challenges for Early Implementation of Hydrogen Strategies”, svoltasi lo scorso 21 luglio e introdotta da Paolo Quattrocchi, dello studio legale Nctm, e da Ercole de Vito, dell’International Chamber of Commerce Italian Committee, l’Italia sta elaborando una sua strategia nazionale.

L’idrogeno in Italia

L’associazione di riferimento H2IT, ha illustrato il vicepresidente Luigi Crema durante l’evento organizzato dall’ambasciata del Canada in collaborazione con l’Icc, Nctm, Centro Studi Italia-Canada, ha stilato delle linee guida di indirizzo istituzionale composte da sette punti cardine: tra questi, lo sviluppo di un quadro legislativo e tecnico-normativo chiaro, di garanzie di origine e certificazione e dello stimolo alla collaborazione strategica nelle hydrogen valley oltre alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica. A rimarcare l’elenco delle priorità Mariano Grillo, direttore generale alle Infrastrutture e la sicurezza dei sistemi energetici e geominerari del Mite, che ha evidenziato il bisogno di spingere sulla crescita della produzione e dell’infrastrutturazione, sull’impiego dell’idrogeno nei settori hard to abate” e nel trasporto su ferro e gomma, e sull’investimento nella ricerca e nello sviluppo delle filiere industriali.

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Luigi Crema

L’idrogeno in Canada

L’Italia, come ricordato dal dg, partecipa insieme al Canada al programma mondiale di innovazione tecnologica “Mission innovation” che riguarda, tra l’altro, l’idrogeno. Il Paese, ha evidenziato H.E. Alexandra Bugailiski, ambasciatrice canadese in Italia, vanta da decenni una larga expertise sul tema e si classifica oggi come “uno dei tre principali produttori di idrogeno verde al mondo”.

Da oltre 100 anni, ha aggiunto Aaron Hoskin, senior manager intergovernmental initiatives di Natural resources Canada, il Paese è protagonista per quanto riguarda la varietà di fonti di produzione e di ambiti applicativi. Ha puntato sull’innovazione, vanta “un forte settore energetico” e guarda con interesse a saldare nuovi legami con paesi di tutto il mondo. 1,5 miliardi l’ammontare del Clean fuels fund che il Paese ha messo a disposizione dei pionieri dell’innovazione tecnologica. Entro il 2030 l’obiettivo è di tagliare l’emissione di gas climalteranti del 40-45% portando il prezzo della CO2 di 170 dollari per tonnellata.

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Aaron Hoskin

“Il tempo è davvero favorevole per la crescita dell’idrogeno”, ha aggiunto Mark Kirby, presidente e amministratore delegato della Canadian Fuel Cell & Hydrogen Association. Tra le molteplici applicazioni citate, emerge l’utilizzo in alternativa all’elettricità nel riscaldamento e rafreddamento domestico.

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Mark Kirby

Tanti, infatti, i casi portati ad esempio durante la sessione di lavoro: da Bonatti a Enel Green Power passando per Eni, Saipem, Snam, Ballard Power Systems, Ionomr Innovations, Loop Energy, Xebec Adsorption Europe e SBI Bioenergy.

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