Ecco perché finanza etica e finanza sostenibile non sono la stessa cosa

Il commento di Banca Etica in occasione dell'entrata in vigore del primo regolamento europeo per la finanza sostenibile

finanza etica rischi finanziari finanza_verde_sostenibile_efficienzaEntra in vigore oggi, 10 marzo, il primo regolamento europeo 2088 del 2019. Il regolamento, parte dell’Action Plan UE per la finanza sostenibile prova a dare una definizione precisa di investimento sostenibile.

Un piano apprezzato dalle reti internazionali della finanza etica (Gabv- Global Alliance for Banking on Values e Febea-Federazione Europea delle Banche etiche e alternative) ma di cui sono evidenti alcune lacune. Difatti come indica Banca Etica in una nota la “finanza etica – come intesa e praticata da decenni da molte istituzioni finanziarie in Europa e non solo – è infatti qualcosa di molto diverso dalla finanza sostenibile che l’Europa sta provando a regolamentare”.

La Sustainable Finance Agenda europea, cioè il Piano d’azione per la finanza pubblicato a marzo del 2018, riconosce l’insostenibilità di buona parte dell’attuale sistema finanziario e nel produrre una possibile alternativa, ha posto tra gli obiettivi il reindirizzamento dei flussi finanziari, pubblici e privati, verso la sostenibilità.

In questo scenario per la Banca Etica rappresenta una nota dolente la scelta di aver affidato a BlackRock il ruolo di advisor per la finanza sostenibile.

Per quanto Banca Etica come le reti internazionali di finanza con un approccio etico guardi “con favore al lavoro dell’Unione Europea per regolamentare e incentivare la finanza sostenibile. Ma non possiamo fare a meno di notare come questa normativa ad oggi sia molto complessa da applicare e soprattutto molto annacquata“, commenta Anna Fasano, presidente di Banca Etica. “Le differenze tra ciò che noi intendiamo per finanza etica e ciò che la UE certificherà come finanza sostenibile sono tante. È utile guardare alla “genealogia” e dunque alle dinamiche politiche che hanno generato la finanza etica da una parte e la finanza sostenibile (nella definizione che sta assumendo) dall’altra. La finanza etica aspira a un concetto di giustizia sociale e inclusione che va ben oltre la proposta dell’UE. Termini come profitto, speculazione, governance, impatto, incidenza, costruzione della cittadinanza acquisiscono un significato completamente diverso e configurano uno spazio coerente che non si limita a un’aggregazione di iniziative concrete, ma piuttosto ad una proposta completa sul modo in cui l’intermediazione finanziaria dovrebbe operare per generare giustizia sociale e bene comune”.

Nel complesso la critica di Banca Etica al regolamento UE è che gli intermediari finanziari “sostenibili” non sono incoraggiati a farsi promotori di modelli integrati di sostenibilità ma devono rispondere solo sul singolo elemento che propongono, ed esclusivamente nelle sue finalità non ad esempio verificando che non vi siano paradisi fiscali o irregolarità di altro tipo in campo.

I sette punti in cui la finanza sostenibile differisce da quella etica

Nei piani UE la sostenibilità è un obiettivo secondario mentre, evidenzia Banca Etica, tra gli obiettivi centrali della finanza etica c’è la massimizzazione dei benefici per la collettività, quindi anche dell’ambiente.

Molta della finanza agisce su bolle e instabilità meccanismi che non sono esclusi dal regolamento UE sulla finanza sostenibile, mentre sono estranei alla etica.

L’approccio UE si basa su uno specifico prodotto finanziario e al momento riguarda unicamente le attività di gestione e investimento di prodotti finanziari. La finanza etica invece, guarda con coerenza all’insieme delle attività che gestisce e tutte devono rispondere agli stessi criteri etici.

Viene esclusa dalla normativa UE anche la trasparenza delle operazioni condotte, azione impensabile per chi agisce in una banca etica.

Lo stesso approccio riguarda la valutazione dei criteri ambientali, sociali e di governance (Esg). In cui il modello europeo ha una visione limitata alla componente ambientale. L’approccio dell’etica nella finanza valuta ogni aspetto ambientale, sociale e di governance e continua nell’analizzare le interrelazioni tra i diversi parametri.

Cambia anche la visione lobbystica per cui nell’approccio etico si guarda più a un coinvolgimento dal basso rispetto a quello politico regolatorio della finanza più tradizionale. 

Infine i paradisi fiscali. La normativa UE non regola questo aspetto, per cui chi agisce secondo finanza sostenibile può comunque avvalersi di scorciatoie come: adottare politiche di gestione interna poco eque. Azioni contrari a quanto previsto dalla finanza etica.

 

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