cambiamento climatico

Il cambiamento climatico influisce direttamente sulla produzione di energia e sulla resilienza delle infrastrutture energetiche attuali e future. Le ondate di caldo e la siccità stanno già mettendo sotto stress la produzione di energia esistente, rendendo ancora più importante ridurre le emissioni prodotte dai combustibili fossili. L’impatto di eventi meteorologici, idrici e climatici estremi più frequenti e intensi è già evidente. Lo rileva il nuovo rapporto annuale dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) delle Nazioni Unite sullo stato dei servizi climatici.

Oltre alle criticità, lo studio mette in risalto le enormi opportunità per le reti elettriche rinnovabili al fine di aiutare ad affrontare la crisi climatica, migliorare la qualità dell’aria, conservare le risorse idriche, proteggere l’ambiente, creare posti di lavoro e salvaguardare un futuro migliore per la popolazione mondiale con casi di studio pratici che vanno dalle osservazioni sulla Cina fino all’Italia.

Energia alla prova del cambiamento climatico

La fornitura di elettricità da fonti di energia pulita (solare, eolica, idroelettrica) deve raddoppiare entro i prossimi otto anni per limitare l’aumento della temperatura globale. L’obiettivo è lo zero netto entro il 2050. Per puntare a questo obiettivo, l’accesso a informazioni e servizi affidabili su meteo, acqua e clima sarà sempre più importante per rafforzare la resilienza delle infrastrutture energetiche e soddisfare la crescente domanda (in aumento del 30% negli ultimi dieci anni).

La relazione include casi di studio pratici:

  • le prime allerte meteorologiche che stanno salvaguardando l’approvvigionamento energetico in Cina;
  • stress test climatici che permettono di verificare che l’elettricità sia adeguatamente distribuita nelle Dolomiti bellunesi;
  • i sistemi di allarme in Tagikistan che stanno fornendo un preavviso di condizioni di siccità per la pianificazione delle operazioni idroelettriche;
  • le informazioni localizzate sulle risorse eoliche che stanno aiutando il processo decisionale dell’industria di settore;
  • le misurazioni della radiazione solare che stanno supportando il posizionamento di pannelli solari sulle barriere antirumore in Germania.

La previsione del rapporto è che entro il 2050, il fabbisogno globale di elettricità (che aumenterà negli anni essendo l’elettrificazione una leva strategica per affrontare gli obiettivi net zero) sarà soddisfatto principalmente con le energie rinnovabili, con il solare come unica fonte di approvvigionamento. I Paesi africani hanno l’opportunità di cogliere il potenziale non sfruttato e di essere i principali attori del mercato. L’Africa ospita infatti il 60% delle migliori risorse solari a livello globale, ma con solo l’1% della capacità fotovoltaica installata.

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Africa: uno dei principali attori delle rinnovabili

Si può e si deve fare di più. Secondo quanto riferito nella nota stampa ufficiale, per il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, un’azione audace contro il cambiamento climatico potrebbe fornire 26 trilioni di dollari di benefici economici entro il 2030. Eppure, gli investimenti nelle energie rinnovabili sono troppo bassi, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo e si presta poca attenzione all’importanza del clima nei servizi per l’energia a sostegno sia dell’adattamento climatico che delle decisioni su come ridurre i gas serra.

I flussi finanziari pubblici internazionali verso i Paesi in via di sviluppo, a sostegno dell’energia pulita e del raggiungimento dell’obiettivo 7 dell’Agenda 2030, sono diminuiti nel 2019 per il secondo anno consecutivo, scendendo a 10,9 miliardi di dollari. Questo livello di sostegno è stato del 23% inferiore ai 14,2 miliardi di dollari forniti nel 2018, del 25% inferiore alla media 2010-2019 e meno della metà del picco di 24,7 miliardi di dollari nel 2017.

L’Africa sta già affrontando gravi effetti dei cambiamenti climatici. Il calo dei costi delle tecnologie pulite è una nuova promessa per il futuro del continente e c’è un’enorme opportunità di contribuire a colmare il divario nella necessità di energia rinnovabile. Raggiungere gli obiettivi energetici e climatici dell’Africa significa più che raddoppiare gli investimenti energetici in questo decennio, con un enorme aumento dell’adattamento. Solo il 2% degli investimenti nell’energia pulita negli ultimi due decenni è stato realizzato in Africa: portare l’accesso alle rinnovabili per tutti gli africani richiede un investimento di 25 miliardi di dollari (oltre 25 miliardi di euro) all’anno, che rappresenta circa l’1% dell’investimento energetico globale di oggi.

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Piani d’azione per il clima: “Dare priorità all’energia”

Solo il 40% dei piani d’azione per il clima presentati dai governi alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Unfccc) dà priorità all’adattamento nel settore energetico e gli investimenti sono di conseguenza bassi. Secondo il rapporto, la fornitura da fonti a basse emissioni deve raddoppiare entro il 2030 se il mondo vuole raggiungere lo zero netto entro il 2050.

Una transizione verso l’energia rinnovabile aiuterà ad alleviare il crescente stress idrico globale perché la quantità di acqua utilizzata per generare elettricità dal solare e dal vento è molto inferiore rispetto a quella delle centrali elettriche più tradizionali, a combustibili fossili o nucleari”, si legge nella nota stampa a commento del rapporto.

Tuttavia, le attuali promesse dei Paesi sono ben al di sotto di quanto necessario per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi, lasciando un divario del 70% nella quantità di riduzioni delle emissioni necessarie entro il 2030. Gli impegni sulle energie rinnovabili rappresentano meno della metà di quanto necessario: il percorso per raggiungere l’obiettivo globale a lungo termine ulla temperatura richiede 7,1 TW di capacità di energia pulita da installare entro il 2030, secondo i dati citati nel rapporto.

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