Durante il picco dell’emergenza Covid‐19 l’impresa milanese Eso-Ecological services outsourcing che si occupa di riciclaggio rifiuti ha installato contenitori speciali nelle filiali di Bnl Gruppo Bnp Paribas per la raccolta di guanti e mascherine. Un esempio dell’Italia che risponde a questa emergenza facendo attenzione all’ambiente. L’intervista al managing director Nicolas Melietou.

box mascherineDott. Meletiou, su Canale energia abbiamo parlato dell’impegno di Eso sport, branca di Eso, nel riciclo delle vecchie scarpe da ginnastica. Oggi l’azienda assume un altro importante impegno nella fase di riapertura del Paese.

Per il corretto smaltimento di materiali e prodotti che tutelano la salute e la sicurezza di tutti, dipendenti e clienti, abbiamo posizionato contenitori specifici all’interno degli uffici di importanti gruppi bancari, aziende di Information technology e della grande distribuzione.

Sono diversi da quelli impiegati per la raccolta delle scarpe. Sono specifici perché è necessario distinguere fra i dispositivi di protezione individuale contaminati da sostanze pericolose, ad esempio i guanti e la tuta protettiva utilizzati da un carrozziere che vernicia le auto, e quelli non pericolosi, ad esempio le scarpe antinfortunistiche utilizzate da un addetto di un’impresa di logistica.

Quali possono essere gli impatti ambientali e sanitari del materiale usa e getta?

Nella fase di emergenza dovuta al Covid-19 le mascherine, i guanti e gli altri indumenti protettivi potrebbero essere veicoli di trasmissione dell’infezione perché in alcuni casi persone asintomatiche, ma contagiose potrebbero averli utilizzati. Per questo motivo è necessario che i rifiuti a rischio infettivo prodotti nelle strutture sanitarie e nelle imprese siano movimentati con imballaggi dotati di particolari caratteristiche e trasportati nel più breve tempo possibile a impianti di termovalorizzazione.

Molte persone, purtroppo, le gettano per la strada. Considerato che durante la Fase 2 ne useremo di più il rischio è che una parte non venga intercettata dalla filiera di gestione rifiuti. Come garantire la raccolta di guanti e mascherine?

Alcune pubbliche amministrazioni, centrali e locali, hanno già avviato specifiche campagne di sensibilizzazione e di informazione. In ogni caso per i cittadini sono previste sanzioni per l’abbandono dei rifiuti e per le imprese il conferimento al servizio pubblico di raccolta dei rifiuti a rischio infettivo, tranne che nelle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che hanno emanato specifiche ordinanze, configura il reato di gestione non autorizzata di rifiuti.

Non possono essere riciclate? Possono essere solo bruciate negli inceneritori? Così non si punta su una tipologia di smaltimento che molti cittadini, associazioni e istituzioni vogliono evitare?

Non bisogna dimenticare che si tratta di dispositivi a rischio infettivo, in ogni caso tutti gli impianti di termovalorizzazione producono acqua calda per il teleriscaldamento o energia. Oggi, non vi sono procedure di trattamento ufficialmente convalidate che consentano di sanificare le mascherine per riutilizzarle. Sono già disponibili sul mercato mascherine che consentono di sostituire solo l’elemento filtrante ma le autorità sanitarie dovranno validarne l’impiego.

Da anni vi occupate di riciclaggio rifiuti e recupero di materia, per il trattamento di questa tipologia sono richieste competenze specifiche?

Certamente, soprattutto in questo periodo di epidemia è necessario che il personale sia appositamente formato, che segua precise procedure e che rispetti le complesse norme e gli adempimenti che garantiscono la tutela della salute e dell’ambiente. Augurandoci che l’emergenza sanitaria possa essere superata al più presto, con il ritorno alla normalità, Eso riprenderà a garantire la raccolta differenziata dei rifiuti delle aziende, che garantisce maggiori possibilità di riciclo e recupero, utilizzando veicoli appositamente allestiti e garantendo i migliori standard di affidabilità, sicurezza e professionalità.

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