mobilità sostenibile report Motus-E
foto pixabay

Per aver un quadro articolato della mobilità sostenibile in Italia, Motus-e negli ultimi sei mesi del 2021 ha inviato ai Comuni italiani, di cui 112 hanno partecipato, in particolare quelli con popolazione superiore ai 20mila abitanti, un questionario per valutare lo stato dell’arte della mobilità sostenibile nelle città e le prospettive future. 

I temi oggetto del questionario hanno riguardato:

– iniziative intraprese e progetti futuri a favore della mobilità sostenibile;

– attivazione di Zone a traffico limitato (Ztl) o Low emission zone (Lez);

– iniziative specifiche per favorire il transito di veicoli a zero emissioni adibiti al trasporto delle merci;

– utilizzo di veicoli elettrici per flotte comunali;

– predisposizione di infrastrutture di ricarica ad accesso pubblico per i veicoli elettrici.

Le iniziative dei Comuni italiani sono state raccolte nel report di Motus-e “Azioni e iniziative dei Comuni a favore della mobilità sostenibile”, presentato il 14 marzo. 

Le iniziative intraprese dai Comuni per favorire la mobilità sostenibile

Tra le iniziative già intraprese dai Comuni per favorire la mobilità sostenibile, all’86% ci sono le piste ciclopedonali urbane, al 50% quelle extraurbane, seguono al 48% i parcheggi riservati ai veicoli elettrici. Tuttavia, dalle risposte e dalle interviste effettuate è emersa una carenza di strategia e di pianificazione sistemica all’interno dei Comuni nelle attività volte a favorire la mobilità sostenibile.

Alle piste ciclopedonali seguono altri interventi infrastrutturali, come ad esempio i parcheggi dedicati ai veicoli elettrici o isole ambientali (aree pedonali o a ridotto passaggio veicolare), previsti da una percentuale importante dei Comuni. Risultano limitate le iniziative di pianificazione urbana, con particolare riferimento alle aree Lez (Low emission zone).

Il trasporto pubblico locale 

Significativi anche gli interventi per favorire un Trasporto pubblico locale (Tpl) elettrico o parzialmente elettrico e la creazione di servizi di sharing elettrico interni al Comune. In particolare, sono i Comuni più popolosi ad investire maggiormente su entrambe queste iniziative: il 92% dei Comuni sopra i 150mila abitanti ed il 67% dei Comuni tra i 60mila e i 150mila abitanti ha attivato lo sharing elettrico.

Le iniziative future per favorire la mobilità sostenibile

Iniziative future per la mobilità sostenibile
fonte Motus-E

Quasi tutti i Comuni hanno risposto positivamente sulle intenzioni future rivolte alla mobilità sostenibile e soltanto il 3% parrebbe non aver ancora pianificato delle azioni in tal senso.

In futuro, l’attenzione dei Comuni si rivolgerà prevalentemente all’infrastruttura, come ad esempio l’estensione delle piste ciclabili in ambito urbano. Al secondo posto, l’intenzione di acquistare o noleggiare mezzi elettrici da introdurre nelle flotte Comunali; al terzo posto, la divulgazione della cultura della mobilità sostenibile da parte dei Comuni.

Inoltre, il 41% dei Comuni dichiara di avere la volontà di approvare il Regolamento per l’installazione delle infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici nel rispetto del Decreto Semplificazioni.

Vi sono anche prospettive in termini di elettrificazione dei servizi di sharing mobility, di quelli di trasporto pubblico e dei mezzi di servizio della PA, oltre alla progettazione di isole ambientali.

Un aspetto negativo è che ancora pochi Comuni pensano di promuovere criteri che premino i mezzi elettrici nelle gare d’appalto per i servizi di prossimità e per i servizi pubblici, nonostante il recepimento della Direttiva veicoli puliti e del Green public procurement.

Le Zone a traffico limitato e le Low emission zone

Il 77% dei Comuni intervistati ha creato sul proprio territorio almeno una Ztl o Lez, anche se rimane una notevole frammentazione tra i diversi tipi di mezzi che possono accedervi. Sotto i 20mila abitanti sono attuate da una minoranza, sopra i 150mila è invece una politica di tutti i Comuni che hanno risposto al questionario. 

Il 72% dei Comuni intervistati non prevede che in futuro venga creato o modificato il regime Ztl/Lez a seguito della maggior presenza di veicoli elettrici, prevedendo di istituire prevalentemente l’accesso gratuito ai veicoli elettrici.

Le aree Ztl/Lez per i veicoli merci

Il 42% dei Comuni intervistati ha previsto restrizioni all’accesso all’area Ztl/Lez anche per il transito delle merci. È stato registrato che nei Comuni con più di 150mila abitanti, il 92% limita l’accesso in Ztl anche per la consegna merci; mentre, in quelli con meno di 20mila abitanti, soltanto l’8%. Nel prossimo futuro, a livello aggregato, solo il 13% del campione prevede di rendere il trasporto merci esclusivamente elettrico, mentre il 19% ha intenzione di bloccare il trasporto merci endotermico.

Le caratteristiche delle flotte elettriche gestite dai Comuni

Le flotte elettriche risultano prevalentemente utilizzate dalla polizia locale e per svolgere servizi di mobilità in sharing. Anche la raccolta rifiuti fa un frequente utilizzo dei mezzi elettrici, soprattutto attraverso quadricicli leggeri per la raccolta differenziata o da cestini nei centri storici e per i servizi comunali non direttamente rivolti al pubblico, come lo spostamento di personale.

Le flotte elettriche già operanti per finalità pubblica sono prevalentemente composte da un numero ridotto di autovetture, da zero a cinque mezzi. Ancora meno utilizzati i furgoni, eccetto che per i Comuni sopra i 150mila abitanti, sono ancora numerosi quelli che non hanno mezzi elettrici nella propria flotta, si va dall’80% senza mezzi elettrici dei Comuni più piccoli, fino al 30% di quelli con popolazione fino a 150mila abitanti.

Per i Comuni maggiori invece, il 100% si è dotato di una flotta almeno parzialmente a zero emissioni.

I motivi che ostacolano la diffusione della flotta elettrica nei Comuni

Il 72% dei Comuni intervistati ritiene che, il principale ostacolo all’acquisizione di una flotta elettrica di proprietà comunale sia dovuto al costo elevato dei mezzi, seguito dalla difficoltà di reperire veicoli idonei alla pubblica amministrazione (9%). Oltre il 12% del campione non percepisce ostacoli e in qualche modo, il 44% dei Comuni intervistati si dice interessato a pianificare nuovi inflottamenti di mezzi elettrici per le esigenze dell’Amministrazione comunale. Invece, il 56% dei rispondenti non ha pianificato l’inflottamento di mezzi elettrici, in particolare il 54% dei Comuni sopra i 150mila abitanti, che dovrebbero invece rappresentare un esempio per i Comuni più piccoli. 

I punti di ricarica ad accesso pubblico 

Il 93% dei Comuni intervistati dichiara di aver già installato punti di ricarica sul territorio, compresi tra uno e dieci. Il 79% dei Comuni intervistati non ha ancora adottato le linee guida per l’installazione dei punti di ricarica nel rispetto del Decreto Semplificazioni. Inoltre, alla domanda se il Comune fosse disposto ad adottarle per l’installazione dei punti di ricarica, il 75% ha risposto affermativamente.

Alcune raccomandazioni

Il report si conclude con alcune raccomandazioni e riflessioni, tra cui: la necessità di avere una strategia uniforme sulla mobilità sostenibile, ad esempio è importante aggiornare i Pums (Piani urbani della mobilità sostenibile). 

In secondo luogo, è importante che vengano posti degli obblighi minimi ai Comuni su creazione e accesso alle Ztl e Lez, oltre ad obiettivi minimi di intervento su iniziative di mobilità sostenibile, come ad esempio i parcheggi riservati o agevolazioni per la sosta. 

Bisogna incentivare l’elettrificazione del traporto merci, fondamentale per abbattere le emissioni e, sicuramente rafforzare la presenza delle infrastrutture di ricarica pubbliche. Motus-E mette a disposizione un Regolamento che può essere usato come modello da parte dei Comuni stessi. 

Infine, non si può prescindere da una elettrificazione dei mezzi in sharing e dei taxi attraverso incentivi diretti o la modulazione dell’Iva sul prezzo del servizio al cliente finale. 

Per la sostituzione dei mezzi di servizio con mezzi elettrici, i Comuni vanno accompagnati con un Piano nazionale, così si raggiungerebbero volumi di mezzi che potrebbero determinare una riduzione dei prezzi di acquisto o noleggio dei mezzi a gara.

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