ghiacciao monte Adamello

Sono stati presentati oggi 14 luglio, a Palazzo Lombardia, i risultati della prima fase del progetto “Ada 270”, che attraverso il carotaggio dell’Adamello, montagna delle Alpi Retiche meridionali, si pone l’obiettivo di salvaguardare clima e ambiente.

Studiando il ghiacciaio infatti, si potrà programmare una politica ambientale ancor più rispettosa di tutto l’ecosistema.

Questo è il ghiacciaio più profondo d’Italia, sorge in un parco naturale tutelato dall’Unesco ed è il più a sud delle Alpi. Il carotaggio è stato fatto in 11 giorni, in un campo base a 3.200 metri di altitudine, ad una temperatura di 24° sottozero durante la notte.

“Regione Lombardia, spiega Raffaele Cattaneo, assessore regionale all’Ambiente e clima, ha voluto sostenere questo progetto scientifico in linea con la nostra politica ambientale. I ghiacciai hanno memoria dei cambiamenti climatici e i 225 metri di ghiaccio che sono stati estratti permetteranno di leggerne la storia. Inoltre, con la posa della fibra ottica su un ghiacciaio della Lombardia è stato possibile eseguire un monitoraggio mai fatto prima a un ghiacciaio alpino”.

Il progetto

Sono stati estratti 225 metri totali di ghiaccio e posizionati 4 cavi in fibra ottica per analizzare il ghiacciaio in orizzontale e verticale. 

“Quella che abbiamo raccolto attorno al progetto”, dice il presidente della fondazione Lombardia per l’ambiente (Fla), Matteo Fumagalli, “è una squadra di partner di alto livello. Vocazione della Fondazione è la realizzazione di studi e ricerche che forniscono a istituzioni e protagonisti del territorio, come regione Lombardia, i fattori decisivi per azioni di policymaking e attività mirate”.

Questo progetto porta avanti il lavoro sui temi ambientali e il cambiamento climatico, oltre che sullo studio della biodiversità, a cui la Lombardia tiene da tempo, per studiare meglio le evoluzioni del territorio, come sostiene l’assessore Cattaneo.

Nel corso dell’incontro sono state presentate le attività che saranno sviluppate nella seconda fase.

“Il ghiacciaio dell’Adamello”, osserva Valter Maggi, università degli studi Milano-Bicocca, “racchiude la storia climatica e ambientale della Lombardia e delle regioni limitrofe. Capire come si è evoluto il clima e l’ambiente nel passato permette di fornire le basi per costruire scenari futuri. Per usare un esempio sportivo, è come il salto in lungo. Noi costruiamo la rincorsa per permettere ai modellisti di farei salto nel futuro”.

Iacopo Morosi, vice-responsabile ricerca e sviluppo Cohaerentia, illustra come l’inserimento di cavi in fibra ottica all’interno della perforazione permetterà di monitorare l’evoluzione temporale del profilo termico e deformativo del ghiacciaio lungo la verticale, fino a una profondità di 225 metri, con un elevato dettaglio spaziale. Un sistema di monitoraggio di questo tipo non è mai stato applicato a un ghiacciaio alpino prima d’ora e potrà fornire preziosissime informazioni, che saranno utili a geologi e glaciologi per prevedere la futura evoluzione del più grande e profondo ghiacciaio d’Italia. 

La fase successiva 

La fase successiva del progetto, in virtù degli esiti positivi della prima fase, è stata lanciata dalla fondazione Lombardia e si chiama: “Climada-ricostruzione climatica e ambientale dell’area dell’Adamello e delle Alpi Centrali”, dedicato alla ricostruzione della storia climatica e ambientale delle Alpi Centrali in un contesto a scala regionale ed europea.

Sostanzialmente, ricostruendo l’evoluzione climatica degli ultimi secoli, con riguardo alle aree di alta montagna alpina, si può ricostruire l’impatto antropico, grazie ai composti conservati nei ghiacciai, come nel caso di Adamello. Questi composti possono venire rilasciati nel sistema idrico, impattando sugli ecosistemi di fondo valle e sulla qualità delle acque stesse. In questo modo, si può ricostruire anche l’evoluzione delle specie vegetali locali e non, con particolare importanza per quelle a forte impatto sugli ecosistemi naturali.

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