Quando si usa un monopattino elettrico si sta sfruttando qualcosa di sostanzialmente analogo a un motorino o a una bicicletta? La domanda è diventata sempre più importante negli ultimi anni alla luce del mercato di questi mezzi in assoluta ascesa e del numero di incidenti stradali che li stanno coinvolgendo.

Il Parlamento italiano non è rimasto a guardare e attualmente sono al vaglio delle Camere due proposte di legge.

Il Ddl al Senato

La prima è di Gianni Pittella del PD: “Disposizioni in materia di sicurezza e di circolazione stradale dei monopattini a propulsione prevalentemente elettrica” (A.S. 2140).

L’atto è stato depositato il 16 marzo e ci si chiede se l’aspetto della sicurezza stradale, rilanciato da alcuni casi di cronaca delle ultime settimane, possa far viaggiare più in fretta il suo iter.

Mi auguro vivamente di sì”, risponde a Canale Energia Pittella. “Per ciascun mezzo di locomozione moderno tenere insieme i due temi, sostenibilità e sicurezza, è davvero fondamentale e gli incidenti occorsi in questi mesi non devono essere strumentalizzati da chi ha intenti punitivi o proibitivi nei confronti dei monopattini ma, al contempo, debbono essere occasione per il legislatore di normare finalmente una materia che oggi tocca l’incolumità delle persone”.

Il timore potrebbe essere proprio questo: la possibilità che, introducendo limiti e vincoli di utilizzo dei monopattini elettici in nome della sicurezza, si possa rallentare un mercato che corre.

Spero di no e lo ribadisco: imporre il casco piuttosto che l’assicurazione obbligatoria e, più in generale, normare un fenomeno in aumento, deve contribuire a una crescita consapevole e sicura nell’interesse di chi guida il monopattino e nell’interesse di chi lo incrocia, pedone, auto e centauro che sia”, sottolinea il senatore PD.

Nel suo disegno di legge, in particolare, sono tre gli aspetti fondamentali che si introducono (come si legge nelle premesse del Ddl): “L’obbligo per il titolare del monopattino elettrico di stipulare una polizza di assicurazione per responsabilità civile, a tutela del conducente e dei terzi in caso di incidenti con persone, animali o cose; l’obbligo per il conducente del monopattino elettrico di utilizzare, durante la circolazione stradale, il casco protettivo e il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilità; l’obbligo per i titolari di imprese di noleggio di monopattini elettrici di dotare i propri mezzi di un’assicurazione per responsabilità civile in grado di coprire i danni provocati dai conducenti o gli incidenti al conducente, nonché di fornire al conducente stesso, in caso di richiesta qualora ne sia sprovvisto, il casco protettivo e il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilità”.

Al di là dei vincoli, però, come si potrebbe incentivare ulteriormente l’uso di questi strumenti di mobilità alternativa? Secondo Pittella “dotare le nostre città di spazi sempre crescenti destinati alla mobilità sostenibile e inaccessibili a mezzi inquinanti è l’unico vero modo perché si incentivi l’acquisto e l’uso di soluzioni che non impattano sull’ambiente”.

La Pdl alla Camera

Di questo tema complesso e strategico si occupa anche una proposta di legge alla Camera, in questo caso presentata da Roberto Rosso di FI e recante “Disposizioni in materia di circolazione dei monopattini a propulsione prevalentemente elettrica” (A.C. 2675).

Secondo il primo firmatario della Pdl “è evidente che la diffusione dei monopattini elettrici negli ultimi anni abbia assunto una proporzione che comincia a dimostrare una carenza di regole per prevenire gli incidenti. È necessario intervenire immediatamente dando anche agli operatori dello sharing e ai produttori-rivenditori regole certe e durature che, da una parte, tutelino la sicurezza sia di chi usufruisce del monopattino sia degli altri utenti della strada e del marciapiede, mentre, dall’altra, diano una prospettiva di sviluppo al settore”.

L’obiettivo principale di questo testo, spiega a CE l’onorevole Rosso, “è la sicurezza con una visione inedita per il nostro Paese: prevenire anziché curare. Proprio nel momento di espansione si possono dare regole durature invece di attendere che il numero di tragedie aumenti e che si debba intervenire a posteriori, magari su centinaia di migliaia di veicoli”.

L’esponente di FI spiega chiaramente: “Va detto che possono coesistere regole che diano maggiore sicurezza con l’esigenza di guardare al futuro di una mobilità meno inquinante e più moderna. Il casco obbligatorio, la riduzione della velocità massima a 20 km orari, l’obbligo di assicurazione, la targa o il numero di matricola, l’obbligo di patentino per chi ha dai 14 ai 18 anni, sono esempi di regole che aiutano la sicurezza ma impattano minimamente sulla fruibilità del mezzo. Occorrono anche regole per il rispetto della libertà di circolazione degli altri utenti, soprattutto quelli deboli, e il divieto di transito e parcheggio sui marciapiedi va in tale direzione”.

Cosa si può fare, dunque, sul fronte dell’incentivazione alla mobilità sostenibile nelle città italiane? “Indubbio è che il non corretto comportamento di molti utenti è dovuto alla mancanza di informazioni”, conclude Rosso. “Ecco che diventano necessarie campagne di informazione e il patentino per i minorenni. Infine, grazie alla realizzazione da parte dei Comuni di diffuse zone di sosta, si potrà risolvere il problema del parcheggio selvaggio”.

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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.