Oltre il 110%: le proposte di Coordinamento FREE per la riqualificazione energetica degli edifici

Continuare a promuovere l'efficientamento energetico degli edifici è fondamentale, ma servono strumenti adeguati per superare le barriere economiche e finanziarie.

“Le risposte al Superbonus 110% sono andate oltre le attese. Non ci esprimiamo riguardo alla decisione del governo di ridimensionare una simile misura, ma crediamo che sia importante prepararsi alle conseguenze, per evitare un contraccolpo drastico alla progressione dei settori dell’edilizia e dell’efficienza energetica”.

Coordinamento FREE
Da sinistra, Dario Di Santo e Attilio Piattelli, rispettivamente vicepresidente e presidente di Coordinamento FREE.

È per questo che Coordinamento FREE, come ha spiegato il presidente Attilio Piattelli, ha elaborato delle proposte – presentate il 14 settembre – per far fronte alla drastica riduzione degli interventi di riqualificazione energetica degli immobili prevista con la rimodulazione del Superbonus e l’eliminazione del meccanismo di cessione del credito.

I benefici di Superbonus 110% e cessione del credito secondo Coordinamento FREE:

  • rilancio dell’economia nel post Covid;
  • attenzione alla riqualificazione energetica degli immobili;
  • sviluppo della filiera a 360 gradi;
  • facilità di utilizzo dei fondi disponibili.

Le criticità evidenziate:

  • spesa per lo Stato oltre le previsioni;
  • aumento generalizzato dei prezzi degli interventi;
  • rapidità di realizzazione a discapito della qualità;
  • scarsa attenzione alla premiazione delle soluzioni più efficienti.

L’esigenza di considerare il fenomeno della povertà energetica

“Noi viviamo negli immobili: è fondamentale che siano confortevoli, resistenti ai terremoti e agli eventi climatici estremi, economici a livello di gestione, quindi a minor impatto energetico e ambientale. Per questo, è importante portare avanti politiche di riqualificazione, ma servono incentivi per superare la barriera economica e strumenti per superare quella finanziaria”, ha dichiarato Dario Di Santo, vicepresidente di Coordinamento FREE, che attualmente riunisce 26 associazioni. “D’altra parte, è fondamentale coprire tutte le fasce della popolazione, anche quelle più vulnerabili, e assicurare che le politiche abbiano un orizzonte temporale di lunga durata”.

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Il pacchetto di soluzioni da proporre al vaglio di amministrazioni e Ministeri:

  • rimodulare gli incentivi esistenti;
  • ridurre le detrazioni fiscali, premiando però gli interventi migliori dal punto di vista dell’abbassamento dei consumi energetici (con un intervallo dal 55 all’80%);
  • prevedere l’ampliamento del conto termico per includere anche il settore privato;
  • introdurre una misura specifica destinata a chi versa in condizioni di disagio economico;
  • affiancare un fondo di garanzia e un fondo in conto interessi agli incentivi, in modo da superare la barriera finanziaria, e trovare un accordo con l’Associazione Bancaria Italiana (ABI);
  • misurare le prestazioni energetiche conseguite grazie agli interventi per una valutazione più precisa del loro impatto;
  • valutare la possibilità di emettere titoli di Stato dedicati al tema della riqualificazione degli immobili.

Il percorso tracciato dalla Direttiva europea sulla prestazione energetica nell’edilizia

Le strategie presentate potranno contribuire anche al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla Direttiva europea sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD). Tuttavia, “ci sono ancora diverse questioni da chiarire, come la nuova classificazione energetica degli edifici, da cui deriveranno i target effettivi da raggiungere”, ha spiegato Di Santo. “L’idea è senz’altro quella di arrivare al traguardo. Riteniamo che le nostre indicazioni debbano, anzitutto, evitare il blocco iniziale e, in secondo luogo, essere costruite in ottica di lungo periodo proprio per consentire un’accelerazione degli interventi nel corso degli anni”.

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“Fra i vari obiettivi che ci siamo posti c’era sicuramente anche quello di prevedere delle misure che limitassero la spesa dello Stato a parità di interventi”, ha aggiunto Piattelli. “È ovvio che, per riuscirci, bisogna ricorrere anche ai capitali privati, e che la maggior parte degli interventi non può essere finanziata al 100 per cento. Le nostre stime indicano però che, lavorando sulla riduzione delle detrazioni in funzione dei benefici ambientali e sulla riduzione dei prezzi di mercato, si possa rimanere su un valore di spesa che è dell’ordine del 50 per cento”.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.