Le università di Italia, Palestina, Spagna e Tunisia hanno qualcosa in comune: la stessa area climatica. Per questo con i fondi della Unione europea stanno per affrontare insieme l tema della efficienza energetica e della innovazione edilizia.

Fare efficienza energetica e ristrutturazione innovativa nelle università non è solo un’azione per l’ambiente ma anche per migliorare la qualità della vita degli studenti. Con questo obiettivo parte il progetto Med-EcoSuRe (Mediterranean university as catalyst for eco-sustainable renovation) che coinvolge sei università dei quattro paesi citati: l’università di Tunisi, El Manar, il dipartimento di architettura dell’università di Firenze, Il dipartimento di ingegneria termica dell’Università di Siviglia in Andalucia, l’Università An-Najah con il dipartimento in ricerca energetica della Palestina. A queste si aggiungono come partner l’Agenzia per l’energia di Napoli, e l’associazione per l’internazionalizzazione e cooperazione delle aziende solari Spagnola.

Sono aree che rientrano nella stessa zona climatica, se intendiamo le aree costiere del continente Africano” spiega a Canale Energia Nicola Barbato Project manager del progetto per l’Anea, che evidenzia come la città partenopea partecipi anche come partner esterni con l’università Federico II e il dipartimento di Architettura dell’università della Campania.

Puntare a un efficientamento di queste strutture significa oltre che minori costi anche avere un impatto significativo sui consumi della regione geografica di interesse”. Un’iniziativa che vede la cooperazione tra paesi europei e nord Africa. “Il progetto si rivolge a tre gruppi di interesse” spiega Barbato, “Policy maker, associazioni di tecnici e ingegneri e i media. L’idea di fondo è aiutare i governi a realizzare un sistema standard in grado di affrontare l’efficientamento energetico di questa tipologia di edifici”. Regole su cui poi si potranno basare leggi o bandi statali.

Il budget totale previsto è di 2.9 milioni, di cui 2.6 sono messi a disposizione della UE per un 10% di cofinanziamento.

Audit energetici e toolkit innovativi per rendere efficienti le università

La task force del progetto realizzerà degli audit energetici nelle università campione, Firenze, Palestina e Tunisia, e sulla base dei risultati metterà io atto alcune soluzioni tecnologiche. Non mancherà attenzione agli studenti che saranno coinvolti con workshop sul tema, magari anche con tesi sperimentali. “Non mancherà la produzione di letteratura scientifica sui lavori del progetto” sottolinea Barbato che con l’Anea segue la parte di comunicazione e diffusione degli studi. Sono previsti anche la realizzazione di sei toolkits contenenti soluzioni passive per l’efficientamento degli edifici universitari; due raccomandazioni politiche; sei piani strategici transfrontalieri; sei energy audits; nove azioni pilota e due tipologie di trasferimento tecnologico.

Una sfida importante con alcune difficoltà all’orizzonte “In passato abbiamo già collaborato in progetti tra Europa e Stati Africani, purtroppo la instabilità politica di queste realtà è molto più accentuata della nostra. C’è il rischio che i progressi fatti nel momento in cui viene a cadere il Governo attuale venga azzerato”.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.