Dal 25 febbraio è partita a Milano Area B, la più grande zona a traffico limitato d’Italia che, tramite un piano strutturato progressivo da qui al 2030, vieterà l’ingresso in città ai veicoli più inquinanti. Si tratta di un’iniziativa che, ha spiegato a Canale Energia il presidente di Rete IRENE Manuel Castoldi, non può che essere valutata in modo “positivo”. Tuttavia strumenti di questo tipo, secondo Castoldi, non devono essere considerati l’unica via da seguire per contrastare l’inquinamento atmosferico. A queste iniziative sarebbe opportuno affiancare anche interventi di riqualificazione energetica nel settore edilizio, uno dei comparti che impattano maggiormente sulle emissioni inquinanti in atmosfera. 

Come valutate l’introduzione dell’Area B ?

Il giudizio su Area B non può che essere positivo se si guarda l’iniziativa da un punto di vista generale. E’ una delle azioni che si possono e si devono mettere in campo per ridurre le emissioni inquinanti all’interno delle città. Vorrei però sottolineare, senza fare alcun tipo di polemica, che il problema è legato al fatto che vengono promosse sempre e solo iniziative di questo tipo. Si tratta di misure volte a limitare la circolazione delle auto che, però, non vanno a incidere su uno dei settori che più impatta in termini di inquinamento, ovvero il comparto edilizio.

Il blocco delle auto, ad esempio, viene fatto sempre nel periodo autunnale e in quello invernale, mai nel periodo estivo. Ciò è dovuto al fatto che in quei periodi gli impianti di riscaldamento degli edifici sono spenti, mentre a gennaio sono in piena attività. Questo è il vero nocciolo del problema. Naturalmente Milano non è la prima città che nette in atto iniziative per la limitazione della circolazione delle vetture, molte capitali europee hanno fatto la stessa cosa. Tuttavia quello che voglio sottolineare è che, oltre a promuovere  iniziative di questo tipo, bisognerebbe concentrarsi su quello che il principale responsabile dell’inquinamento atmosferico: il riscaldamento.

Può fornirci qualche dato per quantificare le proporzioni tra l’impatto ambientale del traffico stradale e quello del riscaldamento degli edifici ?

Oltre il 60% delle emissioni di CO2 è causato dal riscaldamento, mentre il settore della mobilità e dei trasporti motorizzati si attesta al 10,2%. Il grosso, quindi, arriva dagli impianti del settore edilizio. E’ andando a efficientare questo comparto che noi probabilmente potremmo riuscire a contrastare in maniera efficace il problema dell’inquinamento atmosferico. Questa è la posizione che noi sosteniamo da sempre, portando avanti un continuo confronto con tutte le istituzioni. Nello specifico il nostro obiettivo è cercare di stimolare politiche a favore di interventi di efficientamento degli edifici che possano ridurre le emissioni del comparto. Riteniamo che debba essere fatta una politica incentrata sugli edifici residenziali privati. Questo perché gli immobili pubblici sono presenti nel nostro Paese in quantità minore rispetto all’enorme volume degli edifici residenziali privati.

Quali strumenti possono essere sfruttati per favorire l’efficientamento degli edifici?

Nel nostro Paese ci sono sicuramente una serie di soluzioni molto importanti messe in campo. Mi riferisco ad esempio agli incentivi fiscali, alla cessione del credito, all’Ecobonus. Tuttavia queste iniziative vengono comunicate poco. C’è poca informazione per gli attori principali della filiera: gli amministratori di condominio, i progettisti, ma anche i cittadini stessi. 

Una delle misure che noi proponiamo è, ad esempio, quella di eliminare, secondo quanto previsto per legge, gli oneri di occupazione del suolo pubblico per l’installazione di un’impalcatura di un ponteggio nell’ambito della realizzazione di opere di riqualificazione energetica degli edifici. Il tutto naturalmente nel caso in cui l’edifico abbia svolto l’intervento in modo corretto e a norma di legge. In questo modo si aiuterebbero i cittadini e allo stesso tempo si farebbe un’azione di sensibilizzazione sui temi della riqualificazione energetica. 

Sarebbe un  segnale utile per incentivare le famiglie che investono nell’efficientamento della loro casa. Questi progetti hanno infatti un duplice vantaggio: creano valore per l’abitazione dei cittadini e rappresentano allo stesso tempo anche un intervento di utilità pubblica, ambientale, sociale ed etica.

In sostanza è necessario  adottare una prospettiva di ragionamento più ampia su  queste tematiche. E’ importante essere lungimiranti considerando, da una parte, l’importanza degli investimenti per le famiglie in termini di potenziale per l’efficientamento degli edifici e dall’altra, le difficoltà che i cittadini possono dover affrontare per adeguarsi alle nuove norme di limitazione della circolazione dei veicoli più inquinati. 

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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.