Sconfiggere le lungaggini burocratiche con i numeri. Così si fa efficienza

beneficiIscritto all’Albo professionale nel 1982 dopo aver conseguito, lo stesso anno, la Laurea Magistrale in Ingegneria Elettrotecnica presso il Politecnico di Bari e l’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di Ingegnere, Filippo Intreccio è oggi EGE libero professionista certificato SECEM. Attualmente impegnato nelle diagnosi energetiche di strutture ospedaliere private, Intreccio ha lavorato, ad esempio, per il Comune di Mola di Bari e per la società Peviani Group SpA.

Nella sua esperienza di consulente esterno quali sono i vantaggi derivanti dall’attuazione di interventi di efficientamento energetico?

Filippo Intreccio

Nella mia esperienza di Energy Manager esterno alle aziende ho incontrato imprenditori di diverse tipologie. Ci sono impresari che pagano le “bollette energetiche” senza neanche guardarle, quelli che le pagano rassegnati “tanto non riuscirò mai a capire una bolletta” e quelli che hanno invece deciso di vederci chiaro e capire il motivo di importi esagerati. In verità questi ultimi sono pochi: meno del 3% degli imprenditori. Sono questi imprenditori a contattarmi e, effettuata una diagnosi di primo livello, dimostro loro che basta poco per ottenere dei risparmi notevoli di energia. Ottenere una riduzioen dei consumi significa diminuire i costi aziendali; ridurre i costi aziendali significa offrire un prodotto, di pari qualità, con prezzi più bassi. Così si vince la concorrenza.

Come si possono ottenere questi risultati ?

Questi risultati si possono ottenere con diversi livelli di azione: il primo è quello comportamentale che ci porta generalmente a risparmiare fra il 5% e il 10% dell’energia; il secondo è rappresentato dalla riduzione degli sprechi che consente risparmi fino al 20% dei consumi totali; e il terzo è quello delle azioni di efficientamento vero e proprio che in molti casi può farci risparmiare fino al 60%.

Con quali fondi sono stati realizzati questi progetti?

Gli interventi di efficientamento che abbiamo attuato sono finanziati prevalentemente dalle aziende stesse, però si può fare ricorso anche a fondi nazionali e regionali. Dal primo giugno 2015 tutte le imprese produttive localizzate nelle Regioni eleggibili alle azioni del POI ENERGIA – Calabria, Campania, Puglia e Sicilia – potevano partecipare al Bando indetto dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico in data 24 aprile 2015 per beneficiare del finanziamento fino al 50% a fondo perduto per interventi di efficientamento energetico. Dal 4 giugno 2015 è in vigore il POI della Regione Puglia che finanzia gli interventi di efficientamento energetico fino al 30% a fondo perduto e il restante 70% a tasso agevolato. Altra modalità di finanziamento per gli interventi di efficientamento energetico è quello dei Certificati Bianchi di cui al Decreto Ministeriale 28 dicembre 2012.

Quale impatto economico hanno avuto sul bilancio queste attività?

L’impatto economico va dal 30% al 50% di riduzione dei costi per i consumi energetici. Se si utilizzano fondi propri i tempi di rientro dell’investimento oscillano tra i 5 e gli 8 anni.

Nel seguente grafico sono riportati i costi e i benefici di un impianto fototermico da 100 kWp che utilizza moduli fotovoltaici ibridi. L’impianto è finanziato con mutuo bancario a tasso ordinario e presenta un tempo di rientro più elevato rispetto il finanziamento a fondo perduto.

 costi impianto

 

Come un EGE consulente esterno può inserirsi nella pianificazione di queste misure per l’efficienza?

Un EGE può riuscire ad inserirsi nella pianificazione aziendale solo se riesce a guadagnare la fiducia dell’Amministratore. È difficile ma a volte accade. Dipende anche dalla bravura dell’Esperto nel comunicare al consiglio di amministrazione l’importanza dell’intervento di efficientamento. Io cerco di fargli capire che hanno dei soldi in un cassetto della scrivania e non lo sanno o meglio non si rendono conto che il cassetto è bucato e perdono i soldi che ci mettono dentro; basta individuare i buchi e ripararli, così quei soldi risparmiati rimangono a disposizione della società.

Come sensibilizzare i decisori aziendali a politiche razionali nell’uso dell’energia?

Con i numeri! Nelle aziende private contano i numeri, per cui dopo aver fatto una diagnosi di primo livello gli dimostro con i numeri il tesoretto che hanno senza saperlo.

L’assetto legislativo in tema di efficienza energetica presenta delle criticità sulle quali occorre intervenire?

Il quadro normativo purtroppo è complesso e non chiaro perché scritto da burocrati che spesso non hanno contatto con le realtà aziendali e che obbligano a redigere inutili montagne di carta. La criticità è proprio questa: meno relazioni e più numeri. Il Legislatore ci chiede di scrivere relazioni lunghe e superflue che nessuno legge, ma l’efficienza si misura con i numeri.

Studiare da EGE, quanto costa la formazione?

Per essere definito tale, l’Esperto deve guadagnarsi il titolo sul campo dopo un certo numero di anni in cui si misura con i problemi pratici. Non basta studiare, ma occorre dimostrare di aver maturato diversi anni di esperienza nel settore energetico. Considerato poi che in Italia abbiamo un quadro normativo in continua evoluzione è ovvio che, per mantenere un certo livello di preparazione e di specializzazione, è necessario frequentare corsi e master di specializzazione. In un anno generalmente seguo dai tre ai quattro corsi di specializzazione; il costo di investimento varia dai 7.000 ai 10.000 euro l’anno.

Esistono dei parametri per valutare le competenze dell’Esperto?

Il D. Lgs. 115 del 2008, che recepisce la direttiva 2006/32/CE, introduce per la prima volta la figura dell’Esperto come “soggetto che ha le conoscenze, l’esperienza e la capacità necessarie per gestire l’uso dell’energia in modo efficiente”. La  norma UNI CEI 11339 del 2009 prevede che l’EGE abbia competenze e conoscenze sui temi energetici dimostrabili attraverso un percorso formativo e di esperienze sul campo. Per valutarne le competenze è necessario adottare dei parametri rigorosi regolamentati in modo trasparente. Fino a qualche anno fa c’era solo il SECEM (Sistema Europeo di Certificazione in Energy Management) che, in maniera indipendente, valutava le competenze dell’Esperto. Oggi, invece, ci sono una serie di Enti Certificatori che svolgono corsi di preparazione ed esami di certificazione per EGE, ESCo e altre aziende. Posso solo dire che non si può essere “formatori” e nello stesso tempo “certificatori”.  

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Giornalista professionista e videomaker, attenta al posizionamento seo oriented degli articoli e all'evoluzione dei social network. Si occupa di idrogeno, economia circolare, cyber security, mobilità alternativa, efficienza energetica, internet of things e gestione sostenibile delle foreste