Un risparmio totale di 2.053.036 kWh e una riduzione di emissioni di CO2 in atmosfera pari a 896 tonnellate. Sono questi alcuni dei risultati raggiunti dal progetto europeo FIESTA che ha coinvolto le famiglie di cinque diversi Paesi europei – Bulgaria, Croazia, Cipro, Italia e Spagna – puntando a promuovere comportamenti virtuosi in tema di consumi energetici. Un’iniziativa – coordinata da AREA Science Park – nell’ambito della quale sono stati organizzati eventi nelle scuole, audit energetici, lotterie con premi inerenti il consumo smart dell’energia, ma anche veri e propri sportelli dove i cittadini potevano ottenere chiarimenti e indicazioni su tutto ciò che riguardava il settore dell’efficienza energetica.
Insieme a Fabio Tomasi, Coordinatore del progetto, abbiamo tracciato un bilancio dei risultati raggiunti dall’iniziativa appena conclusa.
Tra i parametri che avete analizzato nel corso del progetto c’è anche la quantità di energia prodotta dalle fonti rinnovabili di cui voi avete cercato di far comprendere i vantaggi alle famiglie. Qual è il quadro emerso su questo fronte?
Abbiamo dei buoni risultati in termini di quantità di energia prodotta a partire da fonti rinnovabili, siamo arrivati a circa 188 mila kWh di energia prodotta da FER nell’ambito dell’intero progetto. In Italia sulle rinnovabili abbiamo avuto dei risultati inferiori alle aspettative, ci saremmo aspettati meno risparmi in efficienza energetica e un po’ più di produzione di energia da rinnovabili, così non è stato. Alla fine, però, il beneficio del progetto rimane inalterato, facendo un’analisi complessiva abbiamo ottenuto dei buoni risultati, ma c’è stata questa differenza.
Promuovere la cultura dell’efficienza, il risultato più importante
Al di là dei numeri qual è stato il risultato più importante che avete ottenuto?
Riguarda un effetto più intangibile, di lungo periodo. Si è trattato di un progetto che con le sue varie attività ha promosso una campagna di sensibilizzazione su un gran numero di cittadini. I numeri sui risparmi ottenuti sono stati certo significativi, però anche l’aspetto meno facilmente misurabile del cambiamento della mentalità, delle abitudini dei cittadini è stato importantissimo. E parlo non solo delle oltre 2.300 famiglie che hanno beneficiato degli audit, ma anche dei bambini che hanno partecipato agli incontri nelle scuole e delle loro famiglie, di chi ha preso parte ai workshop per i residenti delle case di edilizia popolare, delle persone che abbiamo incontrato nei nostri stand durante fiere ed eventi pubblici. Tutti elementi che – insieme al risalto che il progetto ha avuto sulla stampa – hanno fatto passare in maniera efficace il messaggio dell’importanza del risparmio energetico. In particolare un elemento fondamentale che abbiamo cercato di veicolare, anche attraverso gli audit, è la possibilità di ottenere dei risparmi sulla voce energia migliorando l’efficienza senza andare a incidere sul livello di comfort dell’abitazione.
Qual è stata invece la maggiore criticità che avete dovuto affrontare?
Il problema principale che abbiamo dovuto gestire durante il progetto è legato al fatto che noi, facendo degli audit a domicilio, entriamo letteralmente nelle case delle famiglie. Si va a incidere sulla parte più privata delle persone e questo può creare degli ostacoli. Tuttavia abbiamo dimostrato ai cittadini che si può migliorare la gestione dei consumi energetici rendendola più smart senza grandi sacrifici, ma solo con un po’ più di attenzione.
Il grado di consapevolezza dei cittadini
In generale nella vostra esperienza che grado di consapevolezza avete riscontrato nei cittadini sui temi dell’efficienza?
Il livello di consapevolezza che abbiamo trovato era molto vario. Ci sono stati dei casi in cui abbiamo realizzato degli audit con famiglie già molto sensibili e altri in cui bisognava partire proprio da zero. A livello generale c’è ancora tanto bisogno di informazione, soprattutto di un’informazione accurata, perché la maggior parte della popolazione ha un’idea di cosa sia il risparmio energetico, però quest’idea è ancora abbastanza vaga, soprattutto per quanto riguarda i singoli interventi puntuali. Per questo abbiamo pensato anche alla guida dedicata ai temi dell’efficienza che affrontava questioni in maniera molto precisa. Posso comunque dire che se è vero che c’è da lavorare sulla qualità della comunicazione, allo stesso tempo c’è una buona predisposizione da parte dei cittadini.
In Italia siamo sui 491 mila kWh risparmiati in tutte e tre le città. Gli audit invece, sono stati poco meno di 454 circa, 150 per città. Le tonnellate di CO2 risparmiata sono state circa 154.
In Italia le città coinvolte nel progetto sono state Forlì, Ravenna e Trieste. Quali risultati sono stati raggiunti ?
In Italia siamo sui 491 mila kWh risparmiati in tutte e tre le città. Gli audit, invece, sono stati poco meno di 454 circa, 150 per città. Le tonnellate di CO2 risparmiata sono state circa 154.
La questione del raffrescamento estivo
Una questione su cui avete puntato molto è stata quella del raffrescamento estivo. Qual è l’importanza di questo tema?
Da una parte la nostra tolleranza al caldo sta diminuendo, dall’altra le estati sono più calde e così il consumo energetico è sempre più alto. Ma il condizionatore non è l’unica soluzione per combattere il caldo, ci sono altri sistemi come la gestione della ventilazione e l’utilizzo di tende che, ad esempio, possono migliorare il livello di comfort degli ambienti. In Spagna, solo per fare un esempio, i nostri partner mi raccontavano di come si utilizzano dei grossi vasi di terracotta e acqua che con l’evaporazione creano un microclima più confortevole. E’ un sistema tradizionale del posto che consente di risparmiare energia.
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