RAEE domestici, quali sono gli obiettivi del nuovo accordo di programma relativo ai Centri di Raccolta

Il Centro di Coordinamento RAEE è tra i firmatari di un piano triennale volto a incrementare la raccolta dei rifiuti elettronici. Ne parliamo col direttore generale.

  • Il 30 settembre è stato sottoscritto il nuovo accordo di programma per la definizione delle condizioni generali di raccolta e gestione dei RAEE domestici.
  • Fra le novità, prevede un’importante revisione dei premi di efficienza con l’obiettivo di valorizzare anche la micro-raccolta.
  • L’adozione di un caricabatterie unico nell’Unione europea è un passo che permetterà di ridurre la quantità di rifiuti da gestire.
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Vecchi televisori © Pixabay

Incrementare la raccolta e migliorare la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) provenienti dai nuclei domestici: è questo lo scopo dell’accordo di programma siglato il 30 settembre dall’Associazione nazionale comuni italiani, dal Centro di Coordinamento RAEE (CdC RAEE), dai produttori delle apparecchiature e dalle aziende di raccolta. L’accordo è in linea con la direttiva 2012/19/UE del Parlamento europeo e ha una validità triennale.

La gestione dei RAEE dual use

Il nuovo piano prevede un’importante revisione dei premi di efficienza riconosciuti ai Centri di Raccolta (CdR) comunali. “La base dei premi di efficienza è stata incrementata, con valori aggiornati al rialzo anche a causa dell’inflazione”, spiega l’ingegner Fabrizio Longoni, direttore generale del CdC RAEE. “Tutte le parti hanno poi concordato sulla necessità di favorire l’accesso ai Centri di Raccolta dei cosiddetti RAEE dual use: quelle apparecchiature che, una volta vendute da un produttore, non si sa se verranno utilizzate da un cittadino o da una persona giuridica. Pensiamo per esempio a un giornalista che, in qualità di libero professionista, utilizza un pc per svolgere il proprio lavoro: l’obiettivo è far sì che quel pc possa trovare accoglimento presso il CdR del Comune di riferimento”.

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Smartphone ormai giunti a fine vita © Pixabay

L’importanza delle attività di micro-raccolta

Per agevolare il recupero dei RAEE, bisogna puntare anche sulla micro-raccolta. E diversificare i meccanismi di prelievo: più sono comodi per il cittadino, più sono produttivi. Dare alle persone la possibilità di conferire i rifiuti presso le scuole, oppure di chiederne il ritiro a domicilio, rappresentano valide strategie. “Per questo, sono stati previsti degli appositi premi anche per i soggetti che attuano misure di micro-raccolta, intese come quelle attività che non riguardano i CdR comunali”, aggiunge Longoni. Sarà così riconosciuto l’impegno delle municipalità più virtuose.

Il recupero dei RAEE nel 2021 e nel 2022

Qualsiasi prodotto che venga immesso sul mercato dovrebbe essere oggetto di raccolta differenziata quando il suo trattamento può favorire il recupero dei materiali di cui è composto. Questo è particolarmente vero nel caso dei rifiuti elettronici, che contengono risorse preziose ma potenzialmente inquinanti come rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro, piombo e mercurio. Nel 2021 sono state gestite 510.367 tonnellate di RAEE, il 6,59 per cento in più rispetto ai volumi dichiarati dagli impianti nel 2020. Per il 76,88 per cento, pari a 392.347 tonnellate, si trattava di RAEE provenienti dai nuclei domestici. Il restante 23,12 per cento (118.020 tonnellate) era riconducibile ai RAEE professionali.

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La quantità di RAEE raccolti nei primi otto mesi del 2022 risulta leggermente inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “È presto per stabilire delle motivazioni precise. Sicuramente il 2021 e il 2020 sono stati due anni particolari, che hanno favorito alcuni tipi di comportamento: costretti a rimanere in casa, molti di noi hanno sentito l’esigenza di liberarsi di vecchi oggetti che avevano accumulato. Parallelamente, sono aumentate le vendite: pensiamo ai computer acquistati dagli studenti per seguire le lezioni online, o ai piccoli elettrodomestici che tanti di noi hanno comprato per cucinare. In seguito alla pandemia, la crisi economica e la necessità di trascorrere più tempo all’aria aperta hanno invertito questa tendenza”, chiarisce l’ingegner Longoni. “Al di là di tutti questi fattori, è soprattutto dalla cultura ambientale di ognuno di noi che dipende il successo della raccolta”.

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L’andamento della raccolta nei primi otto mesi del 2021 e del 2022 © Raee Italia

Il ruolo degli apparecchi ricondizionati e del caricabatterie unico

Un’ultima riflessione riguarda il mercato dei prodotti ricondizionati che, stando a un’indagine di Counterpoint Research, è cresciuto del 15 per cento nel 2021. Sudamerica, India e Africa hanno guidato questa crescita, ma anche in Italia si prevede un giro d’affari da 65 miliardi entro il 2024. “La prevenzione rappresenta sicuramente un aspetto fondamentale. Nel caso di determinati apparecchi, la scelta del ricondizionato sta prendendo sempre più piede. Bisogna però capire le motivazioni: ancora una volta, potrebbero essere legate alla crisi economica. D’altra parte, chi sceglie questo tipo di prodotti per ridurre il proprio impatto sull’ambiente, solitamente ne gestisce correttamente anche il fine vita”.

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Possiamo comunque permetterci di vedere il bicchiere mezzo pieno. Il 4 ottobre il Parlamento europeo ha approvato l’adozione di un caricabatterie unico per tutti i Paesi dell’Unione: entro la fine del 2024, tutti i telefoni cellulari, i tablet e le fotocamere dovranno essere dotati di una porta di ricarica USB-C. Dalla primavera 2026, l’obbligo si estenderà ai computer portatili. “È sicuramente un dato positivo, per due motivi. Da un lato, crea la possibilità di riutilizzare un oggetto, prevenendo la sua rapida trasformazione in rifiuto. Gli oggetti più piccoli, come i caricabatterie, sono poi quelli che vanno più facilmente dispersi nell’ambiente: prolungandone la vita, si combatte questo rischio”, commenta il direttore generale del CdC RAEE.

In conclusione, ricordiamoci che l’usa e getta è nemico delle nostre tasche, quanto del nostro Pianeta. E che, se abbiamo a casa un vecchio cellulare o un vecchio pc ormai polveroso, è forse giunto il momento di avviarlo al riciclo e restituirgli nuova vita.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.