Si svolgerà oggi il tavolo di lavoro che farà partire ufficialmente il primo schema di certificazione delle competenze d’Italia per la figura dell’Esperto in gestione dei rifiuti (nome che richiama quello dell’Esperto in gestione dell’energia). Al tavolo si riuniranno Cepas, il braccio operativo dell’ente di certificazione internazionale Bureau Veritas, TuttoAmbiente, la società di formazione e consulenza fondata dal docente di diritto ambientale Stefano Maglia, e l’Associazione Italiana Esperti Ambientali (Assiea) che ha Maglia come presidente. Canale Energia intervista Cesare Auberti, sales, innovation & international development manager of people development center di Bureau Veritas Italia, per capire come nasce l’esigenza di istituire questa certificazione e questa figura professionale.

Lo schema di certificazione attesta le competenze della figura consulenziale di Esperto nella gestione dei rifiuti. Questo professionista può supportare l’attività dell’esperto aziendale che per legge ha il compito di garantire il corretto smaltimento e avvio a riciclo dei rifiuti. In accordo con TuttoAmbiente e Assiea vogliamo fornire ai professionisti del settore un riconoscimento delle competenze che mettono in campo. Questo perché è il mercato che chiede una forte conoscenza del settore, sia dal punto di vista normativo che tecnico.

Chi può ottenere questa certificazione e come?

Per conseguire la certificazione bisogna dimostrare di aver seguito un determinato percorso formativo, anche extra scolastico, sulle tematiche che riguardano la gestione dei rifiuti. Poi si può accedere a un esame che si suddivide in una prova scritta e una orale in cui bisogna mettere in pratica le proprie competenze curriculari. E’ una valutazione a 360° del professionista: dalle capacità di mettere in pratica le competenze acquisite a quelle di  comunicare il progetto. Contiamo di rilasciare i primi certificati entro l’inizio di settembre.

Questa qualifica è spendibile a livello professionale?

La certificazione non è obbligatoria, può aiutare ad avere maggiore affidabilità agli occhi delle aziende. E’ spendibile perché è un titolo rilasciato da soggetti autorevoli ed è un criterio migliorativo, non indispensabile all’assunzione in azienda o all’accesso ai bandi pubblici. Nascerà un albo privato tenuto da un ente di certificazione consultabile dalle aziende prima dell’assunzione. Un po’ come è stato per gli Esperti in gestione dell’energia che figuravano negli albi di Secem o Bureau Veritas o altri prima dell’entrata in vigore della norma UNI CEI 11339 del 2009.

Una volta certificato, cosa deve fare l’Esperto per rimanere tale?

Il certificato dura cinque anni. Il primo anno è dedicato all’esame. Ogni anno il professionista deve dimostrare di essere aggiornato sulla normativa, sulle best practice e sulle best available technologies che riguardano l’ambiente. l’Esperto deve tenere vive le proprie competenze per non perdere le abilità certificate al momento dell’esame.

Ha parlato solo di imprese, ma ci sono tanti soggetti pubblici che avrebbero bisogno di una figura come questa. Ad esempio, le università dell’area bio-medica che hanno rifiuti difficili da catalogare e smaltire.

Sicuramente sì, la certificazione può aiutare a livello pratico a gestire questa e altre problematiche. E’ un ulteriore input per il consolidamento di un sistema di conoscenze e competenze all’interno del mercato per garantire l’efficienza di processo.

 

L’intervista è stata realizzata nella mattinata di venerdì 14 giugno e pubblicata lunedì 17 giugno. Il venerdì pomeriggio è stata diffusa una prassi di riferimento UNI, pubblicata il 10 giugno, per le competenze sul ciclo dei rifiuti. Qui la notizia di riferimento.

Ultimo aggiornamento 25 giugno alle 13.21

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