Water service divide, i numeri del fenomeno in Italia

Il nuovo report Ircaf svela tariffe, qualità e investimenti del servizio idrico integrato nelle città capoluogo italiane.

  • Qual è il costo dell’acqua? Nel 2023, la spesa media di una famiglia italiana composta da tre persone sarà di 378,69 euro.
  • A svelarlo è l’ultimo report Ircaf, presentato a Mantova il 20 marzo.
  • La spesa varia molto fra nord, centro e sud, così come la qualità del servizio.
IRCAF water service divide servizio idrico integrato
I ricercatori del centro Ircaf © Elisabetta Scuri/Canale Energia

Manca poco alla Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo, giorno in cui, a New York, avrà inizio la Conferenza delle Nazioni Unite sul tema. Sappiamo che il sesto Obiettivo di sviluppo sostenibile dell’Onu prevede di garantire a tutti accesso all’acqua pulita e di assicurare, a livello globale, la corretta gestione delle risorse idriche. In quest’ottica, è fondamentale ridurre il water service divide che, nel nostro Paese, allontana le regioni settentrionali da quelle meridionali.

Di questo si è parlato il 20 marzo a Mantova, nel corso del seminario nazionale sul servizio idrico integrato organizzato dal centro studi Ircaf con il patrocinio della Provincia e del Comune. L’Ircaf, che svolge questo tipo di ricerche dal 2011, ha presentato il suo secondo report su tariffe, qualità e investimenti nelle città capoluogo italiane. L’indagine ha coinvolto 111 località e ha messo in luce dati significativi sulla spesa a carico delle famiglie, oltre che sulla qualità tecnica (Del. ARERA n.917/17) e contrattuale (Del. ARERA 655/15) offerta dai gestori.

Bolletta idrica, la spesa media per le famiglie italiane

“Dalla nostra ricerca emerge che, nel 2023, la spesa media di una famiglia italiana composta da tre persone sarà di 378,69 euro, a fronte di un consumo annuo di 150 metri cubi d’acqua. La macroarea più economica è quella del nord-ovest, seguita dal nord-est; nel centro i costi sono molto più elevati e raggiungono, in media, i 500 euro. Per gli abitanti del sud Italia e delle isole la bolletta è simile a quella del nord-est”, spiega Rocco Cibelli, membro del gruppo di ricerca. “È una tendenza che riscontriamo da diversi anni. Va bene che ci siano delle differenze, ma non a questi livelli: serve una nuova regolamentazione”.

Qualità tecnica e contrattuale, le differenze fra le varie aree geografiche

A costi elevati, non sempre corrispondono livelli qualitativi altrettanto elevati. “Abbiamo analizzato un campione di 73 gestioni per la qualità tecnica (circa 26 milioni di abitanti) e 81 per la qualità contrattuale (30-35 milioni di abitanti). Nel nord-ovest la spesa è molto più bassa rispetto alla media nazionale, a fronte di una superiore qualità tecnica e contrattuale. Nel nord-est la spesa e la qualità tecnica sono in linea con la media nazionale, mentre la qualità contrattuale è di gran lunga superiore. Anche nel centro Italia la qualità tecnica è in linea con la media nazionale; quella contrattuale è superiore, mentre la spesa è nettamente più alta. Nel sud e nelle isole, la qualità del servizio è di gran lunga inferiore alla media”, continua Mauro Pacchioli, un altro dei ricercatori che hanno contribuito al report Ircaf.

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I gestori di grandezza media, con un bacino d’utenza compreso fra 250mila e 500mila persone, hanno ottenuto un giudizio sulla qualità tecnica mediamente superiore rispetto a quelli più grandi. Questi ultimi, invece, hanno ottenuto buoni punteggi in termini di qualità contrattuale. Diversi gestori si sono confrontati nel corso di una tavola rotonda per parlare dei propri progetti e investimenti – da Caltaqua ad Acquedotto Pugliese, da Gruppo Iren ad a2a, fino ad AqA. Numerose anche le associazioni e le realtà istituzionali che hanno portato il proprio contributo sul tema.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.