investimenti verdi

Più di sei aziende su dieci ritengono oggi che la sostenibilità sia altrettanto importante o addirittura più importante del successo finanziario. L’Italia, con il 67%, batte la media globale e quella europea, che si collocano entrambe al 62%.

Questi i dati che emergono dall’analisi dell’International business report (Ibr) che il network di consulenza internazionale Grant Thornton effettua periodicamente a livello globale sui dirigenti di oltre 2500 imprese del mid-market.

I criteri Esg (ambientali, sociali e di governance) sono percepiti come un vantaggio competitivo dalle aziende di fascia media e ciò si riflette anche nelle aspettative della loro clientela.

La motivazione che spinge maggiormente verso tale cambiamento è quella di migliorare l’efficienza e ridurre i costi (42%). Cresciuta anche la consapevolezza delle aziende rispetto agli investimenti sostenibili: la loro percezione è che sia una priorità strategica di business, è diventata infatti più importante per il 61% delle aziende italiane, rispetto al 71% a livello globale e al 63% della media UE.

La strategia delle aziende

Le aziende intraprendono delle azioni per indirizzare verso la sostenibilità il proprio business, su scala globale, il 43% delle aziende riporta di aver sviluppato una strategia di sostenibilità, formalizzata dal 38% delle imprese europee e 35% di quelle italiane.
Ma nel complesso, molti devono ancora comprendere quali processi e strategie implementare per ottenere massimi risultati da pratiche commerciali più sostenibili.

“Le medie aziende, afferma Lorenzo Carminati, partner di Grant Thornton, sono per loro natura e struttura agili, adattabili, pronte al cambiamento per restare sempre al passo con i tempi. Conseguentemente, investimenti in chiave sostenibile assumono un particolare rilievo nelle loro strategie di crescita. Tuttavia, quando ci riferiamo più nello specifico ad alcuni obiettivi concreti che la sostenibilità impone, come ad esempio la riduzione dell’utilizzo dei combustibili tradizionali, la diversity o l’inclusione, molte imprese sono ostacolate da modelli di business ancora tradizionali e da requisiti normativi spesso complicati, incontrando quindi delle difficoltà nel comprendere a cosa dare realmente priorità”.

Dall’analisi risulta che ci sono principalmente tre ostacoli che rallentano la crescita degli investimenti in sostenibilità e sono: in primo luogo, un impegno troppo oneroso a gestire questioni e problematiche legate alle conseguenze della pandemia (31%); la mancanza di chiarezza su nuovi regolamenti e requisiti (31%) ed infine, le preoccupazioni per i costi relativi alle attività annesse a questo processo (30%).

“Una consulenza specialistica, precisa infine, Carminati, può essere molto preziosa per aiutare le aziende ad orientarsi in una materia nuova e complessa e per definire la strategia da perseguire, identificando con maggiore precisione priorità ed opportunità. Certamente il ruolo dei governi e delle autorità di regolamentazione resta prioritario per fornire il primo supporto e indirizzo, nonché per stabilire dei percorsi chiari per la rendicontazione delle migliori performance in materia di sostenibilità”.

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