I tutor energetici di Assist, verso la costituzione di associazione no profit

L'ultima call Horizon2020 per la povertà energetica chiude a settembre

Assist diventa un’associazione no profit
Nella foto da sinistra in senso orario: Varvesi, Berruto, Bouzarovski,Vivarelli,

Ultima call Horizon2020 entro il 10 settembre per la povertà energetica. Apre con questo remind la seconda giornata di lavori del trittico dedicato alla chiusura del progetto europeo Assist “Dal livello locale a quello europeo: barriere e soluzioni per affrontare la povertà energetica”. “Gran parte dei nostri progetti H2020 erano focalizzati nell’ implementare le condizioni del mercato” spiega in apertura della sessione di lavori, Vincent Berrutto, head of unit, Easme – H2020 Energy unit, “stimolare il coinvolgimento dei consumer e realizzare un background di regole”. Azioni che, nel caso di Assist, spiega Berrutto sono state portate avanti con una proposta low budget che può rappresentare una soluzione replicabile nei diversi stati dell’Unione.

Il progetto Assist diventa un’associazione no profit: Hea, Household energy advisor

Un lavoro di comunicazione e coinvolgimento top down con i cittadini e i diversi stakeholder sono parte del modello Assist, come più volte illustrato in questi tre anni di attività del progetto su questa testata (vedi Canale energia 29 aprile per dettaglio risultati progetto Assist).

Un progetto che non si fermerà qui, come annuncia nel corso della presentazione la sua coordinatrice Marina Varvesi, ma ha l’intenzione di fondare un’associazione no profit indipendente la Hea, Household energy advisor (che sarebbe il Tutor per l’efficienza domestica, Ted. Scopri quali sono le qualità del Ted in 2 minuti di video). Iniziativa che nasce sulla base della rete formata e testata nel corso dell’attività di questi tre anni in modo da mettere a servizio permanente questa figura professionale per combattere la povertà energetica e dare un seguito a quella che possiamo definire una “start up europea”.

Raggiunti circa 430.000 consumatori in Europa con l’azione soft, ovvero consigli sul comportamento di consumo, presso la grande distribuzione, tramite energy café o attraverso i social network; più di 5.000 famiglie con l’azione su misura di rapporto diretto con i consumatori vulnerabili. I risultati sono stati forniti secondo l’elaborazione di due indicatori: l’indicatore generale di risparmio energetico (Esi) e il risparmio energetico.

 

La povertà energetica nei progetti europei

assist_opportunita fondi UE Assist diventa un’associazione no profitAzioni volte alla mitigazione della povertà energetica domestica”, è il tema principale legato all’ultima call di Horizon 2020 per la povertà energetica, come spiega Silvia Vivarelli, Unit B1 H2020 Energy, executive agency for small and medium-sized enterprises (Easme7). Ma anche temi come “consumer engagement” di cui lo stesso Assist è parte, o supporto all’authority o temi legati alla innovazione dell’abitare (come illustrato nella fig 2) sono tutte aree in cui la progettualità della povertà energetica può rientrare. Che fa poi una veloce carrellata dei progetti ad oggi in essere e in via di chiusura su temi legati a ottimizzazione dell’efficienza energetica, come anche modelli finanziari volti a ottimizzare tali azioni.

Guardando al futuro di Assist diventerà un’associazione no profit, non manca l’attenzione verso una rete di progetti europei al lavoro per sviluppare soluzioni al problema della povertà energetica. Iniziative che, magari in un futuro prossimo, potranno anche loro diventare parte di un network virtuoso per l’efficienza energetica e la tutela del diritto all’energia dei cittadini.

step_project Assist diventa un’associazione no profit
Fig. 2

Progetti che in parte sono discussi nel corso della giornata. È il caso diStep che si propone di trovare soluzioni low cost di ambito locale per cambiare il comportamento dei consumatori. La povertà energetica è più meno nota a livello europeo, “come rilevato dal nostro sondaggio avviato la scorsa estate” spiega Cezara Popovici, coordinatrice del progetto. Azioni per cui è stato realizzando un on line e off line training su temi della povertà energetica. E a seguito della quale è stata registrato una maggiore attenzione della povertà energetica anche in relazione al cambiamento climatico. Nella slides (Fig. 2) le 13 “raccomandazioni” individuate dal progetto che evidenzia diverse assonanze con Assist sia nel metodo che nelle conclusioni. “Avere una strategia sulla povertà energetica e avere un dialogo con i cittadini in povertà energetica”.

homeless_clotilde Assist diventa un’associazione no profitPensare a introdurre degli standard di efficienza anche per le abitazioni in affitto è una delle proposte emerse dal progetto the European federation of national organisations working with the homeless (Feantsa), come spiega la coordinatrice Clotilde Clark-Foulquier. L’attività in questo caso è focalizzata sui senza dimora e mette in stretta relazione le difficoltà date dal clima con gli effetti della povertà energetica.

La cooperativa energetica il ruolo dei prosumer è invece la proposta di ResCoop, coopertative energetiche assist Assist diventa un’associazione no profitla federazione europea delle cooperative energetiche cittadine. Si tratta di una rete crescente di 1.500 cooperative energetiche europee e dei loro 1.000.000 di cittadini che sono attivi nella transizione energetica. Un modello, come illustra il coordinatore del progetto Daan Creupelandt, che guarda più che alle micro reti alla attività dei consumer come produttori di energia e a cosa significa. Quindi progetti locali, coinvolgimento nella produzione energetica e, oltre al consumo personale anche la rivendita dell’energia.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.