Le calotte glaciali della Patagonia stanno arretrando

Lo studio, pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment, del gruppo Nature, ne ha rivalutato il volume

Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment, del gruppo Nature, ha rivalutato il volume dei due campi di ghiaccio della Patagonia usando metodi geofisici di remote sensing e immagini satellitari.

Si tratta di calotte di ghiaccio equiparabili a  quaranta volte la massa di tutti i ghiacciai delle Alpi europee. Si estendono per circa 16 mila chilometri quadrati e sono ancora poco conosciute.

Il risultato non è stato tra i più incoraggianti: perdono ogni anno mediamente un metro di spessore.

   Panorama della Patagonia con sullo sfondo il ghiacciaio Perito Moreno (credits: foto di E. Lodolo)
Panorama della Patagonia con sullo sfondo il ghiacciaio Perito Moreno (credits: foto di E. Lodolo)

“Questo ha effetti significativi non solo sulle risorse idriche della regione, ma su tutto l’ecosistema circostante” spiega Emanuele Lodolo, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, OGS. “Tutto ciò alimenta grandi preoccupazioni, legate anche all’aumento del rischio di eventi meteorologici estremi che hanno colpito duramente la regione in questi ultimi anni” conclude il ricercatore.

Come cambiano le calotte di ghiaccio della Patagonia

Il fronte del famoso ghiacciaio Perito Moreno che si origina dal Campo de Hielo Sud della Patagonia e che si getta nel Lago Argentino (credits: foto di E. Lodolo)
Il fronte del famoso ghiacciaio Perito Moreno che si origina dal Campo de Hielo Sud della Patagonia e che si getta nel Lago Argentino (credits: foto di E. Lodolo)

Dallo studio è emerso come alcuni ghiacciai nel settore del fianco orientale siano arretrati di svariati chilometri negli ultimi decenni. Ma non è un cambiamento che ha toccato tutti. Altre distese di ghiacci sono rimaste essenzialmente stabili.

“Mentre i ghiacciai nelle Alpi europee raramente hanno una velocità di più di 200 metri all’anno, la maggior parte dei ghiacciai della Patagonia supera questa velocità e alcuni raggiungono addirittura una velocità di diversi chilometri all’anno. Solo i ghiacciai che si originano dalle grandi calotte della Groenlandia e dell’Antartide occidentale presentano valori così elevati di velocità di scorrimento” spiega Emanuele Lodolo.

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Si tratta di dinamiche influenzate dalla morfologia e dalla profondità dei bacini lacustri in cui confluiscono: dove sono più profondi, l’arretramento dei fronti glaciali è stato più consistente e veloce.

L’estensione delle calotte glaciali della Patagonia

Il gruppo di ricerca internazionale, guidato da Johannes Fürst dell’Istituto Geografico dell’Università di Erlangen-Norimberga, e composto da diverse Università e Istituti di ricerca, tra cui l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS, ha valutato che le calotte glaciali della Patagonia contengono 5351 chilometri cubi di ghiaccio (riferiti all’anno 2000) e in alcune valli glaciali, raggiungono spessori di 1400 metri.

“Sapevamo molto poco delle calotte della Patagonia, due enormi campi glaciali delle dimensioni di poco inferiori a quelle del Veneto” spiega Emanuele Lodolo, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS. “Fino ad ora non avevamo molte informazioni sul loro spessore e i volumi coinvolti, nonostante queste si estendano, rispettivamente, per circa 130 e 350 chilometri nella calotta settentrionale e meridionale, e con larghezze che superano i 60 chilometri” precisa Lodolo.

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