Billie Eilish contro l’uso del vinile: quanto inquina la musica

Un solo disco produce 0,5 di CO2

Billie Eilish si è fatta paladina della musica sostenibile. Ne ha parlato in un’intervista a Billboard a cui ha partecipato anche la madre della cantante, ambientalista di lunga data.

Eilish ha criticato in particolar modo la tendenza di molti artisti a pubblicare edizioni diverse in vinile di uno stesso album, tutto al solo scopo di guadagnare di più. “Viviamo in un’epoca in cui, per qualche ragione, è molto importante far uscire un miliardo di diverse edizioni in vinile in un miliardo di confezioni diverse. È uno spreco enorme”, ha detto la cantante.

Non sono mancate le critiche, in quanto la stessa Eilish ha pubblicato ben otto versioni diverse in vinile del suo secondo album, Happier Than Ever. “Si tratta di edizioni stampate su vinile interamente riciclato”, ha chiarito la cantante, impacchettate in una confezione ricavata dallo zucchero di canna. A differenza dei dischi in vinile classici, di solito stampati su materiali di prima mano, e poi inseriti all’interno di tradizionali cartelle di plastica monouso.

0,5 kg di CO2 per ogni disco di vinile prodotto

Vintage ed eleganti i vinili sono apprezzatissimi da tutti i cultori della musica. Ma sono realizzati in PVC, un materiale particolarmente inquinante per l’ambiente, soprattutto se prodotto con metalli pesanti come il piombo.

Vinili 2

Secondo uno studio pubblicato nel 2019 da Kyle Devine, professore dell’Università di Oslo e Matt Brennan, ricercatore dell’Università di Glasgow, un solo disco di vinile produce circa 0,5 kg di CO2, tralasciando l’inquinamento generato dal trasporto e dagli imballaggi. Inoltre, la plastica utilizzata per la loro produzione è difficilmente riciclabile a causa della presenza di cloruro, un componente tossico.

Anche lo streaming inquina

L’impatto ambientale dell’ascolto della musica in streaming non è mai stato così alto. I due scienziati hanno rilevato che il consumo di musica negli anni 2000 ha causato l’emissione di 157milioni di kg di equivalenti di gas serra; mentre è stata più del doppio la quantità di gas serra generata dalla musica in streaming nel 2016.

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I servizi di streaming si appoggiano ai server che per funzionare hanno bisogno di una grande quantità di energia elettrica. A questo proposito, notano gli scienziati, se si intende ascoltare un brano più di una volta, è più ecologico scaricarlo piuttosto che continuare a fruirne online.

Musica sostenibile

Negli ultimi anni, l’attivismo ambientale ha ispirato delle iniziative anche nell’industria della musica. Ad esempio, l’Associazione dei Produttori Musicali Indipendenti, con la collaborazione di IMPALA e Rockol, ha pubblicato il Manifesto della Musica Sostenibile. Si tratta di una lista di dieci obiettivi a cui gli artisti e gli operatori possono rifarsi per verificare il loro impegno nella sostenibilità ambientale.

Inoltre, tre grandi etichette discografiche – Sony Music Entertainment, Universal Music Group e Warner Music Group – in aggiunta ad altre etichette indipendenti, hanno firmato il Music Climate Pact. L’obiettivo dell’accordo è azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050 e ridurle del 50% entro il 2030.

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