L’industria alimentare è vitale ma svolge anche un ruolo importante per la sostenibilità ambientale dell’ecosistema mondiale. La produzione di cibo contribuisce al 37% di impatto sul cambiamento climatico (dati Fondazione Barilla). Più del riscaldamento degli edifici (23,6%) e dei mezzi di trasporto (18,5%).
Una mostra per spiegare come il cibo e la sostenibilità siano strettamente connessi
Su questo tema, in occasione di Parma2020 Capitale italiana della Cultura, che ha preso il via lo scorso 10 gennaio, la Fondazione Barilla ha realizzato una mostra: “Noi, il cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile”. Un percorso immersivo, diviso in più parti per mettere in evidenza i paradossi globali del sistema alimentare: fame vs obesità; cibo vs carburante; spreco vs fame.
Produzioni di alcolici e sostenibilità
I preparati complessi hanno un ruolo importante sull’uso di risorse del Pianeta. Di recente abbiamo visto l’impatto delle bevande alcoliche sulle risorse del Pianeta sia come spreco energetico che di acqua che di diserbanti.
Su questo, diversi colossi internazionali stanno cercando di contenere il fenomeno. É di pochi giorni fa l’annuncio di un noto produttore europeo di birre, Ab InBev, con sedi anche in Usa e in Sud Africa, e distribuzione di oltre cinquanta marchi di birre in dodici paesi, di voler integrare risorse energetiche rinnovabili per la produzione.
Non è la sola attività sostenibile portata avanti dal marchio che come ricorda Benoit Bronckart, Ad Italia e Bu President South Europe di Ab InBev: “Come produttori, dipendiamo da ingredienti naturali – acqua, luppolo, orzo e lievito – per la produzione delle nostre birre, quindi sappiamo che la sostenibilità non è solo parte del nostro business, ma è il nostro business. Dal riciclaggio dell’anidride carbonica rilasciata durante il processo di produzione della birra, all’eliminazione della plastica nel nostro packaging, cerchiamo costantemente non solo di ridurre il nostro impatto sull’ambiente, ma anche di generare un effetto positivo netto”.
Anche in Italia si agisce con attenzione alla sostenibilità nella produzione di bevande alcoliche. Il noto brand dell’azienda agricola Bernardi Ogliano, si applica per limitare, il più possibile, l’uso di sostanze chimiche per la produzione del Prosecco Superiore Docg.
Da tre anni hanno seguito la via del no glifosfato e no diserbo chimico e in questo anno entreranno nella certificazione Sistema di qualità nazionale di produzione integrata (Sqnpi). L’area del Prosecco Superiore è da tempo sotto il mirino delle associazioni di cittadini e comitati di mamme locali che ne denunciano il forte impatto sulla salute dell’uomo (e sopratutto dei bambini) per l’intenso spargimento di pesticidi e sostanze chimiche in un area territoriale ristretta e abitata.
L’accordo per la birra da energia rinnovabile
Per realizzare l’obiettivo green di Ab InBev, la’szienda ha affidato a BayWa r.e. il finanziamento e lo sviluppo di due nuovi stabilimenti fotovoltaici in Spagna uno dei quali fornirà ogni anno 250 gigawattora di energia rinnovabile ai birrifici e prenderà il nome del marchio più noto della company si chiamerà Budweiser solar farm.
La nuova capacità solare dovrebbe essere finalizzata da BayWa r.e. entro il 1° marzo 2022, si legge nella nota. Prima di questa data l’azienda fornirà 75 gigawattora green per la produzione delle birre. Tale quantità è stata valutata come sufficiente a produrre abbastanza birra per 18 Oktoberfest – di Go (Garanzie d’origine).
Cosa è e come si aderisce al Sistema di qualità nazionale di produzione integrata
Il marchio di qualità Sqnpi non è l’unico riconosciuto nella Unione Europea. Questo è stato concepito dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) come strumento competitivo per il prodotto italiano. L’impegno del marchio “Qualità sostenibile” è assicurare al consumatore la coltivazione dei prodotti secondo tecniche agronomiche rispettose dell’ambiente e della salute dell’uomo.
La produzione di qualità secondo il codice Sqnpi è riconosciuta dalle regole comunitarie – permette inoltre alle aziende agricole in forma singola o in forma associata di accedere alle misure di finanziamento pubblico (es. Mis. 10 o Mis. 3.1 dei Psr). Si accede a titolo volontario e gratuito. La verifica sui produttori è svolta sul totale degli aderenti e solo su base campionaria nel caso dei consorzi.
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