Nuove regole per mitigare l’impatto dell’industria ittica europea

Tutti i pescherecci dovranno dotarsi di dispositivi di localizzazione e dichiarare digitalmente le catture effettuate.

industria ittica, pesca
Foto di Chris King su Unsplash

Il Parlamento europeo ha introdotto nuove misure volte a ridurre l’impatto ambientale dell’industria ittica. Il regolamento è stato approvato ieri (17 ottobre) in seduta plenaria, con 438 voti a favore, 146 contrari e una quarantina di astensioni.

Dal momento della sua entrata in vigore, i pescherecci operanti nell’UE dovranno dotarsi di appositi dispositivi di tracciamento per poter essere localizzati dalle autorità nazionali. Le flotte adibite alla pesca artigianale avranno più tempo per adeguarsi ai nuovi requisiti. Tutte le imbarcazioni, comprese quelle adibite alla pesca ricreativa, dovranno provvedere alla registrazione delle catture effettuate tramite un sistema digitale.

Il funzionamento delle sanzioni

Fra gli obiettivi del nuovo regolamento, c’è anche l’armonizzazione del sistema sanzionatorio sull’intero territorio comunitario. D’ora in poi, l’ammontare delle multe sarà stabilito in base al valore del pescato. È previsto un margine di tolleranza del 10 per cento, nel caso in cui il peso dichiarato non corrisponda a quello rilevato al momento dello sbarco.

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Per assicurare il rispetto delle norme, i pescherecci di almeno 18 metri dovranno disporre anche di sistemi di controllo elettronico a distanza, comprese telecamere a circuito chiuso. Le informazioni dovranno essere conservate lungo tutta la catena di approvvigionamento, dal mare al piatto, così da contrastare le pratiche illegali e garantire una migliore gestione delle risorse ittiche a livello europeo, insieme alla tracciabilità dei prodotti e alla sicurezza alimentare.

La tutela dei consumatori e della biodiversità

“Abbiamo raggiunto un accordo equilibrato per il settore europeo della pesca. Le nuove regole saranno armonizzate e trasparenti, con procedure completamente digitali. I pescatori avranno quattro anni per adattarsi ai cambiamenti e il settore della pesca su piccola scala beneficerà di obblighi di rendicontazione semplificati. In questo modo, il Parlamento risponde alla richiesta dei consumatori di conoscere l’origine di tutto il cibo che mangiano”, ha commentato l’eurodeputata Clara Aguilera.

Ogni anno preleviamo dai nostri oceani tra le 90 e le 100 milioni di tonnellate di pesce, stando ai dati di Animal Equality Italia. Lo sfruttamento eccessivo non lascia il tempo alle specie di “sostituire” gli individui pescati con nuovi nati e conduce progressivamente alla loro estinzione. Non bisogna dimenticare, inoltre, che la pesca intensiva è anche complice della dispersione della plastica in mare.

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