La Brexit come occasione per cambiare l’approccio delle coltivazioni in Gran Bretagna. A sostenerlo la Nature Friendly Farming Network (NFFN), associazione di agricoltori nata con l’obiettivo, tra gli altri, di adottare pratiche agricole rispettose della natura.
La speranza, spiega l’associazione dal suo sito, è quella di tornare a coltivazioni più “selvagge”, oltre a migliorare la qualità dei terreni, che negli ultimi anni ha subito un peggioramento costante. Senza contare l’impatto sul clima.
E proprio nella cornice politica del post-Brexit si presenta, secondo posizione della NFFN, “un’opportunità unica per una generazione di creare una nuova politica agricola che aiuti le aziende del settore a evolvere e allo stesso tempo a preservare il patrimonio naturale”.
Gli agricoltori appartenenti all’associazione infatti denunciano il massivo uso di pesticidi ed erbicidi nelle aziende agricole attuali.
La forza dell’associazione
L’associazione include agricoltori e pubblico sostenitore. Nel manifesto associativo della Nature Friendly Farming Network viene posta molta attenzione all’importanza di “lavorare insieme per avere una voce nella dinamica politica e economica del Paese e ispirare l’opinione pubblica rispetto un futuro in cui natura e agricoltori lavorino mano nella mano”.
Secondo la rete NFFN, oltre 4 mila agricoltori sarebbero già attivi nel sostegno di un’agricoltura “nature-friendly”, sotto l’aspetto della qualità dell’acqua e dell’aria, del preservamento di specie vegetali sull’orlo dell’estinzione e delle già citate biodiversità e qualità del terreno.
Il post Brexit vede il favore delle autorità per una nuova agricoltura
Anche il segretario all’ambiente inglese Michael Gove ha commentato che “lasciare l’UE dà al Paese un’opportunità storica per creare un nuovo sistema per gli agricoltori che metta al centro la gestione responsabile della terra e allontanarsi dall’inefficiente e poco efficace Common Agricultural Policy”.
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